22/11/2008, 00.00
INDIA
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Orissa, fondamentalisti indù offrono un premio a chi uccide un cristiano

Premi in denaro, vestiti, liquori e altri beni per chi ammazza un cristiano o ne distrugge le proprietà. Il ministro degli interni chiede la creazione di un reparto speciale della polizia per proteggere le vittime delle violenze. Nel pogrom lanciato dai fondamentalisti vengono reclutate anche le donne, addestrate in luoghi segreti all’uso di spade e bastoni.

Bhubaneshwar (AsiaNews/Agenzie) – I fondamentalisti indù offrono ricompense in denaro, vestiti o generi di prima necessità a quanti riescono a uccidere leader cristiani, distruggere le loro proprietà o incendiare le chiese. L’aggravarsi della situazione ha spinto il governo indiano a creare un reparto speciale delle forze di sicurezza, per fermare l’ondata di violenze che ha investito il Paese. Questa mattina il ministro degli interni Shivraj Patil, nel corso di un summit con i vertici della polizia, ha ricordato le violenze contro i cristiani in Orissa, nel Karnataka e nel Kerala, aggiungendo che solo un reparto di sicurezza speciale può garantire una adeguata protezione alle vittime e agli sfollati.  

Una fonte dell’All India Christian Council (Aicc) parla di taglie che variano a seconda dell’importanza dell’obiettivo: il “prezzo corrente” per la morte di un prete o un pastore è di 250 dollari Usa, ma vengono offerti anche cibo, benzina, superalcolici importati dall’estero. Per portare a termine il progetto di estirpare la presenza cristiana in Orissa, i fondamentalisti assoldano anche le donne, le quali ricevono un addestramento specifico nei centri avviati dal Bajrang Dal, l’ala giovanile del partito nazionalista indù Vishwa Hindu Parishad.

“Obiettivi diversi hanno taglie differenti”, riferisce l’Ong britannica Release International riportando le parole del portavoce dell’Aicc e possono variare “dall’omicidio, alla distruzione di chiese o proprietà dei cristiani”. La morte di un pastore o un prete – conferma Faiz Rahman, presidente di Good News India – vale “250 dollari Usa”. Rahman racconta di aver aiutato 25 preti a lasciare i campi profughi, ma vi sono ancora “circa 250 leader religiosi ospitati nei centri predisposti dal governo”. Egli sostiene che “rappresentano obiettivi di primo piano” per i fondamentalisti indù, e per questo bisogna aiutarli a lasciare i campi profughi verso mete più sicure.

Fonti dell’Aicc affermano che oltre alle taglie, il Bajrang Jal ha iniziato dei corsi di addestramento specifici per le donne-soldato da usare nella campagna di sterminio contro i cristiani. “Si incontrano in segreto – riferisce il portavoce del movimento cristiano – e le addestrano all’uso di spade e bastoni per combattere e distruggere”.

Oltre alle persecuzioni, i cristiani rifugiati nei centri di accoglienza devono affrontare i rigori dell’inverno ormai alle porte: “Migliaia di cristiani si trovano ad affrontare l’inverno nei campi profughi – dice Andy Dipper, capo di Release International – abbiamo bisogno urgente di aiuti. Il governo dell’India deve intraprendere iniziative serie per contenere le violenze, che si diffondono in altri stati. È compito delle autorità salvaguardare la vita e le case dei cristiani, sui quali pende la minaccia dei fondamentalisti indù”.

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