11/06/2009, 00.00
COREA – ONU
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Kaesong: Pyongyang chiede denaro, Seoul la liberazione dell’ostaggio sud-coreano

Il regime nord-coreano vuole compensi maggiori per i lavoratori impiegati nelle fabbriche del sud e un aumento delle tasse. Ma i maggiori introiti andrebbero a finanziare il programma nucleare del Nord. Ieri al Consiglio di Sicurezza Onu raggiunto l’accordo sulla bozza di risoluzione verso Pyongyang; il voto previsto per domani.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Un aumento nei salari per i lavoratori nord-coreani impiegati nel complesso intercoreano di Kaesong, che andrebbe più che triplicato passando a 300 dollari Usa al mese. È la richiesta avanzata da Pyongyang a Seoul nel secondo round di colloqui a livello governativo fra i due Paesi dal 2008 a oggi. Ieri, intanto, i rappresentanti dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, allargato a Corea del Sud e Giappone, hanno raggiunto l’unanimità sulla bozza di risoluzione verso Pyongyang per i recenti test missilistici e nucleari.
 
Chun Hae-sung, portavoce del Ministero sud-coreano per l’unificazione, annuncia che il prossimo 19 giugno si terrà un terzo vertice, accogliendo la richiesta avanzata dai funzionari nord-coreani. Nei colloqui di oggi la Corea del Sud ha “perorato il caso del lavoratore sud-coreano detenuto da Pyongyang” con l’accusa di “atti ostili” verso il regime comunista; Chung non ha però chiarito se la Corea del Nord ha risposto alla questione sollevata da Seoul.
 
La Corea del Nord ha anche chiesto di alzare le tasse al centinaio di industrie sud-coreane che operano nel complesso di Kaesong, passando dal 5% attuale al 10/12%. Le fabbriche devono versare una rata che varia fra i 70 e gli 80 dollari Usa al mese. Esperti di politica coreana avvertono che le tasse vanno a finanziare l’elite comunista nord-coreana, senza alcun vantaggio concreto per una popolazione ridotta alla fame. Il pericolo è che l’aumento della tassa per le concessioni possa essere usata dal Nord per finanziare la corsa agli armamenti e al programma nucleare per scopi militari.
 
A tale riguardo, ieri i rappresentanti dei cinque paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, allargato a Giappone e Corea del Sud, hanno raggiunto un accordo unanime sulla bozza di risoluzione verso la Corea del Nord per il test nucleare e il lancio di missili e lunga e corta gittata. Susan Rice, ambasciatrice statunitense all’Onu, descrive la bozza come una “dura risposta” agli esperimenti effettuati da Pyongyang.
 
La risoluzione, voluta con forza da Stati Unti, Giappone e Corea del Sud, ha inizialmente incontrato le resistenze di Russia e Cina. Essa è costituita da 34 punti e prevede, fra gli altri, un bando totale all’esportazione di armi per la Corea del Nord. La Rice spiega che il blocco potrebbe “tagliare una significativa fonte di reddito” per Pyongyang. Il documento chiede anche al regime del Nord di fermare i test nucleari e chiede la collaborazione dei vari Paesi per il controllo di mercantili sospetti provenienti dalla Corea del Nord.
 
Oggi la bozza viene discussa in sede di Consiglio; la votazione è prevista per domani.
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