02/04/2012, 00.00
ASIA
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Il coraggio di augurarsi buona Pasqua

di Bernardo Cervellera
La Siria e i cristiani; l'Afghanistan e le donne; l'Orissa e i maoisti; la Cina e le lotte di potere; il Vietnam contro il Vaticano: l'orizzonte dell'Asia e del mondo appare molto cupo. Pasqua non è l'uovo di cioccolato o solo un'esaltazione della sofferenza dei vinti: e Dio che si lascia crocifiggere per distruggere il male e per risorgere vittorioso. Nella notte di Pasqua molti in Asia diverranno cristiani perché hanno capito che Gesù Cristo è il più forte.

Roma (AsiaNews) - Ci vuole coraggio ad augurarsi buona Pasqua. La gente comune dice che "con quello che succede nel mondo non si ha voglia di festeggiare".  Anche con le pagine di AsiaNews che presentiamo ogni giorno sul web e ogni mese su questo giornale non c'è da stare allegri. Il Medio oriente, Siria in testa, è in preda a uno sconvolgimento che rischia di farlo scivolare in una lotta senza fine, il cui risultato più probabile è la sua divisione in tanti cantoni confessionali che si faranno guerra in perpetuo, o schiacceranno le minoranze - fra cui i cristiani - in una cittadinanza di seconda classe. Su tutta la regione - e sul mondo intero - rimane la minaccia di un attacco israeliano alle centrali nucleari iraniane

L'Asia centrale e del sud non sta meglio. L'Afghanistan in particolare, sembra segnare un ritorno allo stile talebano nel trattare le donne, mentre i soldati Usa si preparano a lasciare il Paese dopo oltre 10 anni di (quasi) inutile presenza militare. In India i gruppi maoisti - che hanno rapito i due italiani Claudio Colangelo e Paolo Bosusco - continuano ad illudere i tribali (adivasi) che la violenza sia la via migliore per trovare rispetto nel Paese. Essi, imparando da mujaheddin e membri di al Qaeda, tendono a internazionalizzare la loro lotta, mentre il governo dell'Orissa (e di qualche altro Stato dell'India) rimane sordo a ogni minima richiesta e preferisce un "soffocamento localizzato" alla internazionalizzazione.

Anche l'Estremo oriente è in grande tensione. Il Vietnam, dopo aver fatto dei passi per il dialogo con il Vaticano, ha bloccato i visti della delegazione che doveva visitare i luoghi dove è vissuto il card. Van Thuan, per raccogliere materiale alla sua beatificazione. La Cina, invece di dare spazio alla voce del suo popolo, preferisce mantenere il pugno di ferro e il controllo su tutti, mentre si è accesa una lotta interna per il potere del Politburo che congela ogni cambiamento almeno fino al Congresso del Partito in ottobre. Anche Pechino si prepara al futuro aumentando il bilancio dell'esercito, della polizia, varando portaerei e minacciando i Paesi intorno.

Perfino il Giappone, che pure ha rinunciato alla guerra, potenzia il suo esercito e il controllo delle acque territoriali per fermare possibili escursioni cinesi.

Fra le due Coree, dopo la morte di Kim Jong-il, non corre ancora buon sangue e i proclami dell'uno contro l'altro si ripetono ogni giorno.

Si ha l'impressione che tutti i poteri politici nel mondo si stiano rafforzando e mettendosi in posizione per difendere la loro sopravvivenza. La loro debolezza è ancora più provata in questa crisi economica mondiale, che ha manifestato come i poteri finanziari internazionali hanno la possibilità di mettere in crisi governi, cambiarli, scuoterli, farli cadere.

Se la Pasqua fosse solo la festa del pesco fiorito, della colomba, delle campane, dell'uovo di cioccolata, avrebbero ragione i pessimisti che non se la sentono di festeggiare mentre il mondo sembra andare a rotoli. Non andrebbe meglio nemmeno se questa festa fosse una generica consolazione per tutti i vinti della storia, un monumento all'eroismo e al sacrificio.

La Pasqua è qualcosa di più: è l'avvenimento più inaspettato che ci sia, un Dio che nella sua carne decide di provare tutto l'abisso della malvagità di noi uomini e portandoselo sulle spalle e nella sua carne, lo annienta con la sua morte. La sua resurrezione, la sua vittoria sulla morte e sulla nostra malvagità è l'imprevista via della speranza, divenuta sicura.

Il "Non abbiate paura" che il beato Giovanni Paolo II ha reso uno slogan famoso, è risuonato la prima volta nel mattino di Pasqua, quando le donne sono andate al sepolcro. Pensavano di compiere dei riti pietosi per suggellare la fine di un uomo e si sono trovati davanti all'annuncio più spettacolare e rivoluzionario: l'Uomo-Dio è più forte della morte, il suo amore rinnova il cuore dell'uomo e dell'universo, grazie a Lui anche l'inferno, visitato dal Suo amore, è costretto a rompere le catene della disperazione e del nulla.

Le comunità cristiane in Asia, così minoritarie, così perseguitate, vivono di questa forza, di questo rapporto con il Signore morto e risorto. Fa impressione pensare che la notte di Pasqua decine di migliaia di nuovi battezzati sono entrati nelle Chiese dell'Asia. Hanno fatto i conti: Gesù Cristo è più forte di ogni potere politico, di ogni oppressione, di ogni benessere materiale, di ogni povertà. Per questo sono divenuti cristiani. Buona Pasqua.

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