28/04/2015, 00.00
CINA-AFRICA
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Le ferrovie cinesi alla conquista dell’Africa (e del mondo)

di Paul Wang
Grandi contratti in Nigeria e Zimbabwe. Nel 2014, gli ordini delle ferrovie cinesi sono aumentati quasi del 60%, sponsorizzate dal premier Li Keqiang. Accuse di “nuovo colonialismo” a Pechino.

Hong Kong (AsiaNews) – E’ di oggi la notizia che la China Railway Construction Corporation (Crcc), di proprietà dello Stato, ha vinto appalti in Africa per 5,44 miliardi di dollari Usa.  Una sussidiaria della Crcc in Nigeria ha vinto un contratto di 3,51 miliardi di dollari per costruire una ferrovia veloce nello Stato di Ogun (nel sud-ovest del Paese). Il tratto è di 334 km, su cui i treni dovrebbero viaggiare alla velocità di 120 km orari. Non è ancora chiaro chi finanzierà il progetto.

Un’altra sussidiaria di Crcc nello Zimbabwe ha vinto un contratto per 1,93 miliardi di dollari, per la costruzione di un villaggio residenziale chiamato Magamba 2015, conferito dal ministero dei lavori pubblici e delle abitazioni.

Lo scorso anno gli ordini per la Crcc sono cresciuti quasi del 60%, a 127,8 miliardi di yuan (circa 20,6 miliardi di dollari Usa). Il premier Li Keqiang promuove in modo molto attivo le ferrovie cinesi in tutto il mondo. Voci affermano che la Crcc dovrebbe anche costruire una ferrovia ad alta velocità fra Mosca e Kazan.

Da anni la Cina sta sviluppando la sua presenza in Africa. Grazie alle sovvenzioni del governo e ad una manodopera a basso costo, i progetto presentati dalle ditte cinesi sono sempre molto concorrenziali. In più, gli investimenti – che spesso sono donazioni – vengono attuati senza chiedere condizioni finanziarie , politiche o sociali alla leadership del Paese.

In cambio, Pechino domanda di poter comprare le materie prime del Paese e di poter esportare le sue produzioni, che mettono spesso a repentaglio a sopravvivenza dell’industria locale. Attivisti per i diritti umani e politici accusano la Cina di “nuovo colonialismo”. In molti Paesi dell’Africa il personale delle ditte cinesi vive in zone fortificate e controllate da persone armate per evitare l’assalto della frustrata popolazione locale.

Fra il 2000 e il 2011 la Cina ha speso più di 73 miliardi di dollari, investendo in risorse naturali, miniere, pozzi di petrolio, ecc…

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