18/01/2016, 12.36
IRAN
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L’ottimismo di Teheran più forte delle nuove sanzioni

di Darius Karimian

Gli Usa hanno varato sanzioni per gruppi legati ai test missilistici. Ma Obama esalta i “progressi storici” compiuti dall’Iran. A Teheran la borsa risponde bene; il rial ha aumentato il suo valore; i giornali economici vanno a ruba. I timori per le prossime elezioni del Consiglio degli esperti e del parlamento.

Teheran (AsiaNews) – Le nuove sanzioni contro i test missilistici dell’Iran, varate ieri dagli Stati Uniti, non cancellano il senso di sollievo ed ottimismo che si percepisce fra la popolazione iraniana che da ieri vede la caduta di tutte le sanzioni e gli embargo della comunità internazionale legati al suo programma nucleare, dopo gli accordi del luglio scorso e la verifica di questi mesi. Il presidente Hassan Rouhani ha parlato di “una nuova pagina” fra l’Iran e la comunità internazionale e perfino il suo omologo Usa, Barack Obama, ha citato i “progressi storici” compiuti dall’Iran in questi giorni.

Con la fine dell’embargo vengono sbloccate le transazioni finanziarie; l’Iran torna a gestire fondi bloccati negli Usa e in Gran Bretagna e torna a vendere senza limiti il suo petrolio e il suo gas.

Rouhani sperare che quest’anno il Prodotto interno lordo del Paese cresca del 5%.

Le nuove sanzioni Usa riguardano solo 11 enti e individui legati al programma missilistico, che saranno esclusi dall’usare il sistema bancario americano, ma non potranno fermare il nuovo slancio dell’economia iraniana, visto come uno dei mercati più promettenti al mondo.

Un segno di questo ottimismo: ieri a tutti i chioschi dei giornalai di Teheran vi erano lunghe code per comprare i giornali, soprattutto quelli economici. Il quotidiano più famoso, il Donya-ye Eghtesad (Il mondo dell’economia), ha esaurito le vendite e molti altri hanno  stampato due o tre edizioni, tutte esaurite.

La borsa di Teheran ha reagito anche molto bene e il rial si è rafforzato almeno del 5% di fronte a tutte le valute più importanti. Non si sa quanto questo potrà durare. Gli esperti affermano che con la caduta delle sanzioni arriveranno anche i problemi: già il fatto che il prezzo del petrolio sia sceso così in basso (oggi il Brent viene dato sotto i 28 dollari), significa che la ripresa iraniana non potrà essere veloce; il governo, d’altra parte non ha una consistente riserva di valuta estera; la caduta delle sanzioni creerà in modo inevitabile una crescita delle importazioni: tutto ciò porterà presto o tardi a un indebolimento del rial. “È molto importante – afferma un businessman – che venga corretta fra la gente l’idea che i problemi dell’Iran si risolveranno da un giorno all’altro”.

In generale la gente ha perso la voglia della Rivoluzione khomeinista ed è stanca delle tensioni coi Paesi del mondo e della cattiva situazione dell’economia. Essa si aspetta ormai un incremento del livello di vita e una maggiore apertura verso le nazioni straniere.

Un punto interrogativo è come risponderà la fazione conservatrice, legata al mondo degli ayatollah più duri e alle Guardie rivoluzionarie, che ha dovuto accettare gli accordi sul nucleare ed entrare in uno stile più dialogico col mondo.

Il timore più grande, afferma un analista che vuole mantenere l’anonimato, “è il conflitto politico fra il governo dei moderati e i conservatori radicali. Il nostro Paese ha davanti due cruciali appuntamenti elettorali, programmati per il 26 febbraio: l’elezione del Consiglio degli esperti (il gruppo che verifica le decisioni dei leader) e la Majlis (il parlamento). Se vincono i moderati attualmente al governo, il cammino è tranquillo, ma se vincono i radicali, la strada della distensione potrebbe saltare. Per ora Rouhani, con la fine delle sanzioni, si è aggiudicato una vittoria pre-elettorale”.

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