21/03/2016, 15.48
KAZAKHSTAN
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Elezioni in Kazakhstan: vittoria schiacciante – ma contestata – per il partito di Nazarbayev

Il partito Nur Otan ha ottenuto l’82,15% dei consensi. Governerà con i partiti alleati comunista e democratico. Osservatori dell’Osce hanno contestato il voto. La tornata elettorale è stata anticipata per riaffermare il mandato popolare del Parlamento in tempo di crisi. Ma il Paese è in crescita. La figlia del presidente, già erede designata, potrebbe diventare presidente della Camera.

Astana (AsiaNews/Agenzie) – Il partito “Nur Otan” del presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev ha vinto le elezioni parlamentari di ieri con l’82,15% dei voti. Altri due partiti alleati, quello comunista e Ak Zhol (democratico), hanno superato la soglia di sbarramento del 7% ed entreranno in Parlamento. Gli unici due partiti politici di opposizione invece – quello agrario (Auyl People’s Democratic Patriotic Party) e il social-democratico nazionalista – rimangono esclusi dalla rappresentanza parlamentare. Secondo gli analisti, il risultato elettorale era “scontato”, in un Paese che dal 1989 è saldamente nelle mani del suo “sovrano”.

Oltre il 77% degli aventi diritto si è recato alle urne. L’affluenza ha segnato un nuovo record, superando anche quello della tornata precedente, nel 2012, che aveva registrato una partecipazione del 75,45%.

I cittadini erano chiamati ad eleggere i 107 membri della Mazhilis, la Camera bassa del Kazakhstan. Secondo gli esperti, in pochi avrebbero scommesso su un risultato diverso da quello registrato, con 127 candidati del Nur Otan che di fatto hanno sbaragliato l’opposizione.

Oggi gli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), hanno contestato il voto. La coordinatrice Marietta Tidei ha sottolineato: “Il Kazakhstan è ancora lontano dal soddisfare gli impegni elettorali, anche sono stati fatti alcuni progressi”.

Mentre ieri si recava al seggio di Astana, il presidente Nazarbayev ha detto che “il governo sta considerando l’ipotesi di concedere maggiori poteri al Parlamento tramite una riforma costituzionale”. “Potrebbe esserci una redistribuzione del potere tra presidente, governo e Parlamento”, ha aggiunto.

Secondi gli studiosi più attenti, il riferimento sarebbe da collegare alla candidatura della figlia del presidente, Dariga Nazarbayeva, attuale vice premier. Se la donna decidesse di abbandonare l’incarico governativo, avrebbe la strada spianata per la nomina a presidente della Camera. Questo rafforzerebbe ancora di più la sua posizione, dal momento che già viene considerata l’erede politico del padre, ormai 75enne.

Le elezioni di ieri cadono in un periodo di ripresa economica del più grande Paese dell’Asia centrale. Anche queste, come le precedenti due tornate elettorali, sono state delle elezioni anticipate. Nazarbayev ha sciolto la Camera a inizio gennaio, dopo la richiesta degli stessi rappresentanti, nel tentativo di riaffermare il mandato popolare in caso di crisi economica. Da quel momento però, il prezzo del petrolio, la merce (più esportata) è cresciuto da 30 a 40 dollari al barile e il tenge – la moneta nazionale – si è rivalutato del 10%.

Il voto anticipato appare sempre più una prassi per confermare il predominio politico dell’elite al potere. In particolare quello dello stesso presidente, che con una simile logica lo scorso anno ha prima fatto richiedere all’Assemblea del popolo nuove elezioni presidenziali anticipate, e poi è stato rieletto con una maggioranza bulgara del 97,7% dei voti.

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