15/10/2007, 00.00
MYANMAR
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Gambari prosegue i colloqui, la giunta gli arresti e le torture

L’inviato Onu ha iniziato dalla Thailandia un nuovo tour asiatico, cercando sostegno contro la giunta. Nei giorni scorsi altri arresti e notizie di torture. I democratici birmani commentano con delusione l’immobilismo mondiale. L’Ue adotta nuove sanzioni con valore soprattutto simbolico.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Dalla Thailandia l’inviato speciale delle Nazioni Unite Ibrahim Gambari definisce “estremamente inquietanti” le notizie degli arresti di leader studenteschi e democratici effettuati dalla giunta nel fine settimana. Ma la popolazione si sente sempre più sola e disperata, constatando il sostanziale immobilismo della diplomazia mondiale.

Gambari visiterà Thailandia, India, Cina, Malaysia, Indonesia e Giappone cercando sostegno contro la giunta, il cui commercio è per il 90% con questi e altri Paesi della regione ed è proseguito, indifferente alla repressione di queste settimane.

Il 12 ottobre il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha infine detto che “deplora con forza” la repressione in corso e ha chiesto alla giunta “un dialogo” con l’opposizione democratica. Ma il leader Thant Shin è comparso alla tv di Stato e ha liquidato la dichiarazione rispondendo che il Paese deve seguire la propria strada per una lenta riforma democratica, da tempo indicata delineata ma con scadenze mai precisate. Ha persino espresso “profondo rammarico che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu abbia rilasciato una dichiarazione contraria ai desideri della popolazione”.

Intanto popolazione e dissidenti esprimono “delusione”. “Cina e Russia – commenta Han Thar Myint, portavoce della Lega nazionale per la democrazia, principale partito d’opposizione -  hanno impedito una risoluzione più vincolante per il Myanmar”, mentre proseguono “arresti, detenzioni e torture” dei dimostranti non violenti.

Dalla Thailandia, Aung Htoo del Consiglio dei legali birmani osserva che la giunta ha commesso “crimini contro la popolazione” e che l’Onu “deve adottare azioni concrete verso il Myanmar, se vuole davvero aiutare la popolazione”. Più duro Soe Tun, leader del gruppo Studenti generazione 88, che commenta che la dichiarazione Onu non offre alla popolazione “alcuna protezione legale” contro la violenza dei militari e la gente ha sempre più paura, mentre “dissidenti e monaci sono torturati in carcere e nemmeno la Croce Rossa può visitarli”. Si parla di “violenze sessuali” dei soldati contro le donne arrestate.

Intanto oggi i ministri degli Esteri dell’Unione Europea discutono sanzioni più dure verso la giunta: si attende un divieto di importazioni di metalli, gemme e legno e una dichiarazione di sostegno a Gambari. L’Ue già ha vietato i viaggi e congelato le attività finanziarie verso il Paese. Non sarà vietato però alla compagnia petrolifera francese Total di sfruttare il gas del Paese.

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