12/02/2009, 00.00
INDIA
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L’arcivescovo di Guwahati mediatore tra musulmani e tribali indù

Le due comunità dell’Assam si erano scontrate a ottobre: 35 villaggi coinvolti, 50 morti e 60mila sfollati. Colpite anche alcune comunità cristiane della zona, estranee alle ragioni del conflitto. Mons. Menamparampil: “È un buon punto di partenza, anche se resta ancora molto da fare”.
Mumbai (AsiaNews/Agenzie) - Musulmani e indù iniziano colloqui di pace grazie all’intervento del vescovo cattolico. Accade a Guwahati, nello stato dell’Assam, dove l’arcivescovo della città, mons. Thomas Menamparampil, è riuscito a far incontrare leader musulmani e  rappresentanti dei tribali Bodo per risolvere il conflitto tra le due comunità che ha causato migliaia di sfollati e decine di morti.
 
All’inizio di ottobre 2008 i distretti di Udalguri and Darrang sono stati teatro degli scontri. Gli immigrati musulmani rappresentano ormai la maggioranza della popolazione in alcune aree dell'Assam; i Bodo sono gli abitanti nativi della regione e tra essi sono sorti gruppi separatisti che combattono il governo centrale per ottenere la creazione di uno Stato indipendente da New Delhi.
 
Le tensioni sono scoppiate dopo che i Bodo hanno preteso che gli immigrati musulmani lasciassero l’area. Nell’arco di pochi giorni le violenze hanno infiammato 35 villaggi, causando 50 morti, centinaia di feriti e 60mila sfollati che hanno dovuto abbandonare le loro case per trovare rifugio in 32 campi di accoglienza allestiti dall’esercito. Anche i cristiani della zona sono stati coinvolti negli scontri. Tre villaggi situati nella zona a maggioranza musulmana sono stati bruciati e tre cattolici tribali uccisi.
 
Ancora oggi, nonostante la presenza dell’esercito, continuano a verificarsi sporadiche violenze e 45mila persone di entrambe le comunità vivono ancora nei campi allestiti dal governo (nella foto un centro profughi a Kharupetiya).
 
Per mons. Menamparampil il primo colloquio svoltosi il 5 febbraio è stato “un passo avanti incredibile”. Il portavoce della diocesi di Guwahati ha affermato che anche i membri della locale comunità cristiana attendevano “con grande apprensione l’esito dell’incontro” perché non erano certi della risposta positiva dei musulmani.
 
I rappresentanti delle comunità islamiche e dei tribali hanno accettato di “evitare ogni ulteriore violenza” e di “stabilire un gruppo per i colloqui di pace”. “Si tratta chiaramente di un buon punto di partenza” ha affermato mons. Menamparampil, “anche se resta ancora molto da fare. I due gruppi in conflitto sono ansiosi di raggiungere un accordo”. Secondo l’arcivescovo, per ottenere questo risultato è decisivo il coinvolgimento del governo.
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