24/03/2009, 00.00
INDIA
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Vescovo indiano: il Papa mi ha chiesto le meditazioni per la Via Crucis, è amore per l’Asia

di Nirmala Carvalho
Mons. Menamparampil racconta ad AsiaNews come ha accolto la notizia. Per il Venerdì Santo invita a guardare a Gesù davanti al Ponzio Pilato. Il suo coraggio e la sua serenità devono ispirare le nostre vite oggi: non siamo una Chiesa perseguitata, ma un popolo che spera
Mumbai (AsiaNews) - “Ho tratto molta ispirazione dal coraggio di Cristo davanti a Ponzio Pilato che rappresentava la più grande potenza di quel momento storico, l’impero romano. Cristo è stato davanti a lui senza paura solo in forza della sua sincerità, della sua rettitudine, della certezza e persuasione che era sostenuto dalla Verità”.
 
Mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati, racconta ad AsiaNews come ha affrontato il compito affidatogli dal Papa di scrivere le meditazioni alla Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo.
 
La notizia ha raggiunto Menamparampil mentre si trovava a Mariampur, nello Stato dell’Assam, con 260 giovani: candidati, postulanti, novizi di 11 congregazioni religiose e dei seminari della sua diocesi.  Il vescovo afferma di “essere stato travolto dalla richiesta” e vede in questa scelta di Benedetto XVI un segno della “grande attenzione di Sua santità verso l’Asia”, “la culla della civiltà”, “un continente molto amato dal Papa che ha su di esso uno sguardo profetico”.
 
Per il vescovo indiano l’immagine di Gesù davanti a Ponzio Pilato è una esortazione per tutti i cristiani di oggi ed in particolare quelli dell’India. “In quel preciso momento storico era culturalmente impensabile che una persona di umili origini potesse stare senta timore davanti a Pilato. Eppure Gesù è rimasto calmo di fronte a lui con una convinzione profonda che rifletteva la sua rettitudine e la sua serenità. Cristo non è stato neppure aggressivo o minaccioso, ma completamente senza paura, senza ansia, senza comportarsi da vittima. Questo suo coraggio deve ispirare le nostre vite e situazioni: non siamo una Chiesa perseguitata, ma una Chiesa con un futuro, un popolo con un futuro, un popolo che ha Speranza”.
 
Una fede salda e ancorata nel messaggio del Vangelo è ciò che “ci può preservare nei momenti di difficoltà”. Menamparampil afferma di voler menzionare nelle meditazioni alla Via Crucis “diversi luoghi, dall’Himalaya, alle Alpi, alle montagne americane perché il messaggio di Cristo deve riecheggiare in tutti gli angoli del mondo per arricchire l’umanità”. 
Presidente della commissione per l’evangelizzazione della federazione dei vescovi asiatici, Menamparampil è convinto che “testimoniando la nostra fede, portiamo ad un più intensa crescita dell’uomo in tutti gli ambiti della vita”. E “una persona con una fede profonda - afferma il vescovo - arricchisce la società attraverso lo sviluppo e la capacità di costruire ponti per la comprensione reciproca, la pace e l’armonia”.
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