20/01/2005, 00.00
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Vescovo delle Andamane: "I bambini, la speranza dopo lo tsunami"

Un ospedale cattolico nelle Nicobare scelto dall'Oms come centro di aiuti.

Port Blair (AsiaNews) – Sono le storie che vengono dai bambini sopravvissuti allo tsunami a infondere fiducia nelle isole Andamane, tra le più colpite dal terremoto del 26 dicembre scorso. "È una benedizione vedere tristezza e disperazione trasformarsi in sollievo grazie ai volti sorridenti dei bambini che giocavano intorno alla cattedrale" afferma mons. Aleixo das Neves Dias, vescovo di Port Blair, la diocesi cattolica nelle Andamane.

La cattedrale cattolica di Maria Stella Maris è diventata - racconta il vescovo - "il più grande centro di raccolta per i profughi dello tsunami": insieme alla scuola attigua ospita circa 1400 persone. Per gli sfollati accolti nella chiesa è stato eretto un maxi schermo televisivo. Un ragazzino di 13 anni non ha voluto abbandonare la sorellina di 2 anni e per questo entrambi sono stati accolti nell'ostello femminile delle Missionarie della Carità, anche se l'accoglienza era di norma solo per le ragazze. Si stima che i morti nell'arcipelago siano 7500.

Mons. Dias guida una diocesi con 40 mila cattolici sparsi su 576 isole e 13 parrocchie. La chiesa locale si basa su 14 preti diocesani, 14 missionari di San Francesco Saverio (i padri del Pilar), 4 gesuiti, 3 salesiani e due cappuccini; ci sono inoltre 86 suore di 14 diverse congregazioni. Le isole furono evangelizzate dai padri del Pilar: "Ma ora 40 anni di lavoro missionario sono da ricostruire" afferma mons. Dias, secondo il quale 180 cappelle - la maggior parte fatte da capanne - sono andate distrutte a causa del maremoto, oltre a varie chiese.

Il vescovo afferma che i funzionari governativi non cooperano con il personale ecclesiastico nei lavori di soccorso e che vi si recano solo in occasione di visite ufficiali. "Da quando la gente si è rifugiata nelle nostre case stiamo distribuendo cibo, vestiti e medici agli sfollati" dice mons. Dias. 

Per sostenere gli aiuti alla popolazione e la ricostruzione nelle Andamane il PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) ha già inviato 30 mila dollari ai missionari indiani del Pilar che operano nelle isole e invita ancora i suoi donatori a sostenere le vittime dello tsunami.

Intanto l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha scelto l'ospedale cattolico di St. John, nelle isole Nicobare (a sud delle Andamane), come centro operativo per la stima dei danni nella regione a causa dello tsunami. "Un team di medici e di personale paramedico dell'ospedale" racconta Sanjiv Lewin, responsabile del reparto pediatrico dell'ospedale, gestito dalla Conferenza episcopale indiana  "sta documentando i disastri e procedendo alla prevenzioni di epidemie. La mancanza di igiene può causare molti danni; per questo stiamo cercando di prevenire la diffusione di malattie". Una seconda squadra di medici sta predisponendo centri di soccorso sanitario in diversi luoghi. L'ospedale, racconta Sanjiiv, è inoltre impegnato nel raccogliere fondi per la riapertura delle scuole: su 150 insegnanti nella zona, 88 sono morti o dispersi. (LF-SD)
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