31/08/2015, 00.00
INDIA
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Card. Toppo: Imparare dai tribali dell’India ad avere cura della terra e dei suoi abitanti

di Nirmala Carvalho
L’arcivescovo di Ranchi parla ad AsiaNews in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato (1 settembre). Nel Paese “più di un milione di tribali è cattolico, e nella nostra cultura noi rispettiamo la natura e ne celebriamo i doni”. Oggi “per essere veri testimoni di Cristo dobbiamo rispondere alla crisi ecologica attraverso una profonda conversione spirituale”.

Mumbai (AsiaNews) – “Grazie alla ricchezza che nasce dalla diversità di tribù, lingue e persone, l’India può essere il modello della comunità mondiale. Lo sviluppo integrale della persona umana, creata a immagine di Dio, deve essere la nostra impresa comune per la ‘cura della nostra casa comune”. Lo afferma ad AsiaNews il card. Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi, in vista della prima Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che si celebrerà domani.

La Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato è stata indetta da papa Francesco il 6 agosto scorso. La scelta del primo settembre come data per la celebrazione è per coinvolgere nella preghiera anche la Chiesa ortodossa, che nello stesso giorno festeggia già una Giornata simile.

“Il mondo – afferma ad AsiaNews il card. Toppo – è un luogo meraviglioso in cui vivere. È l’apice della creazione di Dio, in cui c’è spazio per tutti. Tuttavia, nella sua spericolata ricerca del profitto e dei bisogni personali, l’uomo ha spinto ciò che Dio ha creato sull’orlo del disastro. Siamo testimoni di pericolosi cambiamenti climatici in tutto il mondo e la situazione sta peggiorando”.

L’arcivescovo di Ranchi, primo tribale in India a essere creato cardinale, spiega che “vi è urgente bisogno di un approccio comune di persone di ogni religione, dei governi, dei leader dell’economia e dell’industria, per ridefinire lo sviluppo e allontanare un’incombente catastrofe”.

Sostenendo il messaggio “ambientalista” lanciato da papa Francesco con la sua Laudato sì, il card. Toppo spiega: “Più di un milione di tribali in India è cattolico, e nella nostra cultura [tribale] noi rispettiamo la natura e ne celebriamo i doni. Nel mondo di oggi, per essere veri testimoni di Cristo dobbiamo rispondere alla crisi ecologica attraverso una profonda conversione spirituale, che necessariamente implica una sensibilità verso i tribali e le fasce più emarginate della società: i migranti, i contadini senza terra e i lavoratori giornalieri”.

“I tribali cattolici – prosegue il porporato – hanno impresso nei loro cuori che sono il popolo di Dio e i figli della madre terra, un popolo con una sua voce, una sua dignità e una sua sicurezza. Si sono assicurate per loro stesso un posto sotto il sole, come ‘figli della luce’”.

L’enciclica “verde” di Francesco, conclude il card. Toppo, “invita tutti noi a ‘un rinnovato impegno alla missione’. Per questo, il tipo di sviluppo che la Chiesa promuove inizia e finisce con l’integrità della persona umana, creata a immagine di Dio e dotata dal Signore di dignità e diritti umani inalienabili, è ancora più imperativo e urgente per la Chiesa indiana”.

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