30/11/2005, 00.00
CINA
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Suore picchiate a Xian: il governo chiede alla diocesi di pagare la scuola che è già sua

Una delle suore rischia di rimanere paralizzata; un'altra ha perso la vista da un occhio. Il governo offre 3 mila yuan di risarcimento. Parlamentari europei e italiani chiedono alla Cina il pieno rispetto della libertà religiosa.

Roma (AsiaNews) – Le 16 suore bastonate e ferite per aver difeso una scuola dalla demolizione potranno consolarsi con 3 mila yuan (circa 300 euro) che il governo della città di Xian si è detto pronto a versare per chiudere il caso. In più il governo cittadino ha suggerito al vescovo di acquistare il terreno della scuola per 6,5 milioni di yuan (circa 650 mila euro), anche se la scuola è già di proprietà della diocesi.

Il 23 novembre scorso, alle 9 di sera, 40 "teppisti" hanno insultato e poi bastonato 16 suore che si trovavano nella scuola che fino alla Rivoluzione culturale apparteneva al convento delle missionarie francescane del Sacro Cuore e che il governo voleva demolire, dopo averla venduta a una ditta di costruzione.

A una settimana dal violento attacco, 5 suore rimangono ancora all'ospedale. Una rischia di rimanere paralizzata per sempre: si tratta di suor Dong Jianian, 42 anni, colpita alla vertebra lombare. Un'altra, suor Qing Jing, 34 anni, ha perso la vista da un occhio. Suor Yue Xiuying (31 anni), Suor Wang Maizao (32), e suor Zan Hongfeng (34) hanno segni di violenza sul petto, alla testa, sulla faccia, sulle gambe. Suor Zan ha anche la spalla sinistra slogata. La situazione delle altre suore sta migliorando, avendo superato la fase critica.

La sera dell'assalto vi erano 20 suore a vigilare che la scuola non venisse demolita. All'apparire dei 40 teppisti le suore sono andate loro incontro per fermarli. Alcuni degli uomini hanno detto di essere stati mandati dal distretto governativo dell'educazione. "Poi – racconta una delle suore - hanno cominciato a picchiare le nostre sorelle con dei bastoni. Qualcuno di loro gridava : 'Uccidiamole, uccidiamole!'". Dal vicino convento alcune suore hanno telefonato alla polizia, ma nessuno ha risposto alla telefonata.

Governo e polizia si sono mossi solo dopo la manifestazione organizzata il 27 novembre dai cattolici di Xian: 600 persone hanno dimostrato per il centro della città esponendo cartelli con le scritte. "Ladroni". Il gruppo si è disperso solo dopo che il governo ha promesso di risolvere la questione.

Ieri il governo della città ha proposto la soluzione: risarcimento di 3 mila yuan ad ogni suora colpita e richiesta alla diocesi di pagare 6,5 milioni di yuan per la scuola. L'arcivescovo di Xian, mons. Antonio Li Duan (uno dei vescovi invitati da papa Benedetto XVI al sinodo sull'eucaristia) è all'ospedale per cure contro il cancro. La proposta del governo è stata accettata dal vescovo ausiliare di Xian, mons. Dang Mingyan, ma essa lascia perplessi e contrari i fedeli.

La scuola appartiene già alla diocesi e secondo la legge cinese, non essendo più utilizzata dallo stato, dovrebbe tornare ai legittimi proprietari. "Non abbiamo tutti questi soldi – dice un sacerdote – e poi non capisco: ci stavano rubando una proprietà e adesso ci dicono che dobbiamo pagare". Un altro sacerdote afferma: "Questo terreno apparteneva alla Chiesa e ora dobbiamo pagarlo. C'è un senso in tutto ciò? Temo però che la decisione del vescovo dipenda dal timore che le suore soffrano di altri attacchi in futuro".

Anche le suore non sono soddisfatte. Secondo alcune, la somma per il risarcimento non copre nemmeno le spese mediche sostenute dal convento. In più, esse dicono, il governo non si è nemmeno scusato.

La scuola del Rosario è situata nel centro cittadino, vicino al convento delle suore e alla cattedrale di Xian. Durante la Rivoluzione Culturale (1966-1976) è stata requisita dallo stato e trasformata in una scuola elementare. Nel 2003 la scuola ha trovato un'altra sede e l'edificio è rimasto vuoto. Per legge essa dovrebbe tornare ai legittimi proprietari. Invece il governo della città l'ha venduto a una ditta di costruzioni che vuole sviluppare l'area con appartamenti in previsione delle Olimpiadi.

Le violenze contro le suore hanno suscitato l'interesse di vari politici italiani. L'On Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha ricordato a Bruxelles l'episodio e ha dichiarato che le istituzioni europee ''devono smettere di basare i propri rapporti con la Cina avendo come unico criterio lo sviluppo degli scambi economici''.  ''É tempo di far comprendere a Pechino – egli ha aggiunto - che il mancato riconoscimento della libertà religiosa non può essere barattato con lo sviluppo economico. La libertà religiosa costituisce infatti l'unica base su cui la Cina potrà costruire un sviluppo equilibrato, rispettoso della persona e della società''.

In Italia, l'on. Maurizio Lupi e altri 39 parlamentari italiani hanno firmato un'interpellanza urgente al Ministero degli esteri per chiedere al governo italiano "di inviare una protesta formale" contro le violazioni ai diritti umani in Cina e perché esso si muova "nelle sedi internazionali a difesa della libertà religiosa violata".

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