24/01/2006, 00.00
ASIA
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Oms: non è esagerato il rischio di una pandemia d'influenza aviaria

Decimo contagio umano in Cina. L'Oms ripete che il rischio di pandemia è reale, specie se c'è poca attenzione a quanto accade tra gli animali.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) esclude di avere esagerato nel descrivere il rischio di una pandemia umana di influenza aviaria. Intanto la Cina comunica il 10° contagio umano.

Il 10° malato è una donna di 29 anni, ricoverata in ospedale in condizioni critiche, che ha un negozio presso una fattoria nella città di Jinhua, provincia di Sichuan. In Cina 6 dei 10 malati sono morti. Dalla fine del 2003 ci sono stati nel mondo 82 morti riconosciuti per il virus H5N1.

"Qualcuno teme - ha osservato Lee Jong-Wook, direttore generale dell'Oms durante un incontro a Ginevra - che noi abbiamo esagerato la minaccia di una pandemia. Ma non è così. L'impatto umano ed economico di una pandemia sarebbe devastante e può essere ridotto solo se tutti ci preoccupiamo e ci prepariamo sin da ora. E' un problema globale".

L'ente prevede da 2 a 7,4 milioni di morti per una pandemia mondiale. Pochi giorni fa i donatori di tutto il mondo, durante la Conferenza di Pechino, hanno promesso 1,9 miliardi di dollari Usa per combattere il virus, specie nelle zone dell'Asia dove è endemico. Di recente il contagio si è diffuso in Turchia, con 21 malati e 4 morti, soprattutto bambini. L'Oms confida che il contagio sia lì contenuto, dopo l'abbattimento di circa 1 milione di polli e una diffusa campagnia di educazione sanitaria, ma sono considerati "a rischio di contagio" alcuni Stati vicini, quali Siria, Iran, Iraq, Ucraina, Georgia e Azerbaigian.

"Molti Stati non hanno ancora adeguate capacità - ha fatto presente Abdul Mutleb Mohammed Ali, ministro iracheno della Sanità, all'incontro dell'Oms a Ginevra - per la diagnosi dell'influenza aviaria. E' anche difficile disporre di scorte di farmaci antivirali".

Nell'Asia orientale, come in Turchia, non c'è stata "alcuna preventiva attenzione - dice Lee, medico sud coreano - per il contagio nel pollame". "L'esperienza turca dimostra il pericolo conseguente al contagio degli uccelli e l'importanza vitale di un sistema di effettiva sorveglianza e di allarme. Una pandemia potrebbe scoppiare come conseguenza della poca attenzione su quanto accade tra gli animali".

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