17/04/2007, 00.00
CINA
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Rinasce il buddismo, con oltre 100 milioni di credenti

I neobuddisti sono giovani di successo, piuttosto che anziani e contadini come nel passato. La fede offre un sostegno a un’intera generazione che scopre che ricchezza e successo non bastano per vivere. Persone celebri si rasano la testa e diventano monaci o suore.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Rinasce il buddismo in Cina, con oltre 100 milioni di credenti. L’antica fede è riscoperta come sostegno dai giovani che per anni hanno rincorso il successo personale, mentre sempre più persone entrano nei templi per “migliorare la propria anima”.

La Cina attraversa un vero risveglio religioso: una recente indagine dell’Università Normale della Cina orientale stima che il 31,4% di chi ha più di 16 anni pratica una fede, per totali 300 milioni, 3 volte di più dei dati ufficiali. Tra questi, secondo Zhang Fenglei, direttore del Centro di studi religiosi dell’università Renmin di Pechino, ci sono almeno 100 milioni di buddisti.

La riscoperta del buddismo avviene tra tutti i ceti e a tutte le età, ma è più frequente e viva tra i giovani diplomati e di successo. “Nel passato – dice Zhang al quotidiano South China Morning Post – erano credenti soprattutto gli anziani, le donne rurali e gli analfabeti”.

Hanno suscitato clamore le molte persone celebri che di recente hanno lasciato casa e famiglia per entrare nei monasteri buddisti, spiegando che la fede permette loro di dare il giusto valore a fama, celebrità e ricchezza. Chen Xiaoxu, diva degli anni ’80 per la serie tv “Il sogno della magione rossa”, si è rasata la testa ed è entrata come suora in un tempio buddista della settentrionale città di Changchun. Ha detto: “Voglio solo perfezionare la mia anima”. “E’ più una filosofia che una religione, – racconta al South China Morning Post He Jian, giovane dello Yunnan che lo ha riscoperto di recente – non vuole insegnare una dottrina. Invece incoraggia le persone a cercare la propria via verso la comprensione” [della verità]. “Insegna a non confidare in saggi, dogmi o religioni, ma a cercare in noi stessi il proprio risveglio spirituale”. “Mi ha portato calma ed equilibrio. Mi ha reso felice”.

Zhang osserva che la generazione dei giovani-adulti cinesi (30-40 anni) è cresciuta in un sistema autoritario e pieno di regole, per cui percepisce con favore una fede priva di regole imposte da altri.

Esperti notano che, comunque, la gran parte dei neobuddisti non fa scelte radicali come Chen ma vi trova un sostegno nella vita quotidiana. In una generazione sottoposta a grandi tensioni sul lavoro e nella famiglia, il buddismo insegna la calma interiore tramite la meditazione e dà equilibrio ed autostima grazie al rispetto di principi etici. Anche per questo attrae le persone di successo e che hanno una buona condizione economica, “gente che – dice Zhang – ha bisogno di un sostegno spirituale per il loro modo di vita”. “Il buddismo offre un modo per riconciliarsi con il loro passato e per un continuo autorisanamento”.

Il Buddha è anche ammirato perché affronta ogni cosa senza accettare l’insegnamento di altri, ma cercando la propria personale via. “Buddha – dice Mao Qiang, giovane di Pechino – descrive la sua esperienza e dice come altri possono raggiungerla. Ma la mia illuminazione è mia e la tua è solo tua. Non posso dare a te la mia esperienza interiore”.

Il buddismo è arrivato in Cina dall’India oltre duemila anni fa. In sanscrito, linguaggio dell’India antica, Buddha significa “ridestato”. (PB)

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