Riconversioni forzate in Orissa

New Delhi (AsiaNews) – Lo scorso 6 febbraio, 6 donne del villaggio di Kilipala (nel distretto Jagatsinghpur, Orissa, est India) convertite al cristianesimo hanno subito violenze da una banda che voleva "riconvertirle" all'induismo. Le 6 donne, tra cui 2 ragazze di 15 anni, sono state trascinate fuori delle loro case, picchiate e poi tonsurate. Alcune di loro sono state denudate per aver resistito alle aggressioni. La tonsura doveva significare la loro riconversione all'induismo.

Diversi cristiani, compresi due delle vittime dell'aggressione e due bambini, hanno abbandonato il villaggio temendo maggiori rappresaglie dopo l'incidente. "Gli abitanti del villaggio mi hanno torturato e umiliato prima di radermi il capo. Non hanno risparmiato neanche mia figlia", ha detto Sanjukta Kandi, una delle vittime. E ha aggiunto: "Le famiglie cristiane del villaggio hanno paura di tornare a casa e si sono rifugiate in una chiesa a Bhubaneshwar. È stato compilato un elenco di 35 nomi dei responsabili delle aggressioni. Alcuni di loro sono parenti indù delle stesse vittime".

L'aggressione fa parte di una serie di violenze che gruppi fondamentalisti indù stanno compiendo nei confronti dei cristiani convertiti. Questi gruppi ricevono spesso l'appoggio del Bharatiya Janata Party, il partito al potere in India.

John Dayal, Segretario Generale dell'All Indian Christian Council (Aicc), ha inviato una lettera ufficiale al Presidente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani. Copia della lettera è stata inviata anche ad AsiaNews. Commentando i fatti dell'Orissa, egli dice:

"Questa India non sta splendendo… Orissa è divenuto sinonimo di persecuzione di cristiani. Lo stato, immolando e mettendo al bando la Chiesa e la comunità cristiana in modo tirannico, resta a guardare, e spesso è connivente con la sua deliberata inerzia verso la violenza contro i cristiani. Negli ultimi 5 anni il governo centrale è rimasto sordo alle grida della comunità cristiana. Invece, ha alimentato in ciascuno una campagna di odio contro Cristo e il cristianesimo.

Noi ci rivolgiamo a voi,  arbitro ultimo della società civile e del rispetto della legge (insieme con la la Corte Suprema) per assicurare pace e giustizia alla nostra comunità. Lo Stato deve svegliarsi. La campagna di odio deve finire. La violenza deve cessare. I colpevoli essere puniti. Temiamo altrimenti  che una grande tragedia possa arrivare".

Fin dal 2003, i leader delle Chiese cristiane dell'Aicc hanno chiesto alla commissione nazionale per le minoranze di porre fine alla campagna di riconversione dei cristiani all'induismo, indagando sui cosiddetti "ritorni a casa", che avvengono in un'atmosfera di violenza e intimidazione.

Negli ultimi anni in Orissa – uno degli stati con maggiore presenza di fondamentalisti indù - si sono verificati episodi di violenza verso minoranze religiose e comunità cristiane. Nel gennaio 1999, Graham Staines, missionario protestante australiano, e i suoi due figli di 10 e 8 anni sono stati bruciati vivi nella loro macchina. Nel marzo 1999 sono state gravemente danneggiate 157 case e uccise 13 persone durante episodi di violenza contro i cristiani. Nell'aprile 2000, le gerarchie della Chiesa cattolica di Orissa si sono opposte con una petizione a una direttiva di questo stato secondo cui un cittadino può convertirsi a un'altra religione solo dopo aver ottenuto un permesso dal governo. Ai capi delle diverse chiese locali è stato chiesto anche di dare informazioni sulle conversioni avvenute negli ultimi 5 anni. La mancata osservanza di queste norme comporta la reclusione e una multa. Un inasprimento delle violenze contro i cristiani si è verificato nel novembre e dicembre 2000. (MR)