Arrestato mons. Wei Jingyi, vescovo della chiesa sotterranea

Roma (AsiaNews) – Mons. Wei Jingyi, vescovo non ufficiale della diocesi di Qiqihar è stato arrestato il 5 marzo scorso all'aeroporto di Harbin (Heilongjiang, Cina del nord-est). La notizia è stata diffusa dalla Kung Foundation di Stranford (USA).

Secondo le informazioni raccolte, il vescovo era andato all'aeroporto per accogliere alcuni amici stranieri. All'uscita dell'aeroporto, al pagamento del pedaggio, è stato fermato e arrestato.

Mons. Wei Jing Yi, 46 anni è fra i più giovani vescovi della chiesa clandestina, che non accetta il controllo asfissiante del governo sulle attività religiose. Per il governo, sottrarsi al suo controllo equivale a dichiararsi nemico dell'ordine pubblico. Mons Wei Jing Yi era stato ordinato nel '95 vescovo di Qiqihar, nell'Heilongjian, una delle diocesi più a nord della Cina. Di lui è nota la fedeltà al legame col Papa e l'impegno evangelizzatore. Per questo mons. Wei Jing Yi ha subito 4 anni di lavori forzati, nell'87-'89 e nel '90-92. Per un certo periodo è stato pure segretario della Conferenza dei Vescovi sotterranei, nata negli anni '90 e subito disgregata da un'ondata di arresti. La diocesi di Qiqihar, evangelizzata dai missionari betlemiti svizzeri agli inizi del '900, conta oggi oltre 50 mila fedeli cattolici e decine di preti e suore.

Secondo diverse fonti, attualmente vi sono diversi vescovi in prigione o impediti nel loro ministero. Circa 20 sacerdoti sono in prigione o nei lager. I vescovi sotterranei di Baoding, mons. Su Zhimin e il suo ausiliario An Shuxin sono quelli da più tempo in prigione. Essi sono scomparsi nelle mani della polizia dal 1996.

Anche nella chiesa ufficiale vi è persecuzione: a causa dell'avvicinamento e della riconciliazione con Roma – che ormai coinvolge più dell'80% dei vescovi -  molti pastori e seminari subiscono controlli e sessioni politiche per istillare fedeltà alla politica religiosa del Partito Comunista.