Oltre 5 mila manifestano per la democrazia e il 4 giugno

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – È stato il corteo più massiccio a ricordo del 4 giugno, da quando Hong Kong è passata alla Cina. La manifestazione tenutasi ieri nel centro di Hong Kong, ha raccolto oltre 5 mila persone per  ricordare i 15 anni dal 4 giugno '89, quando la Cina ha represso con un bagno di sangue le istanze democratiche di studenti e lavoratori.

Per la prima volta l'Alleanza a sostegno dei movimenti democratici patriottici ha legato la questione della democrazia di Hong Kong al massacro di piazza Tiananmen. Szeto Wah, presidente dell'Alleanza, ha dichiarato: "Dall'interpretazione della Basic Law [la costituzione, ndr] alla soppressione del suffragio universale e alle intimidazioni dei conduttori dei programmi alla radio, credo che ciascuno a Hong Kong abbia sentimenti di profonda preoccupazione". E difendendo lo slogan "Restituire il potere al popolo", ha aggiunto: "Bisogna che la Cina restituisca il potere al popolo. Anche Hong Kong ne ha bisogno. Hong Kong è parte della Cina, ecco perché è naturale che i movimenti per la democrazia in Cina includano Hong Kong".

Dal tempo in cui è avvenuto quel tragico avvenimento – 8 anni prima del ritorno alla madrepatria - i cittadini di Hong Kong (compresi funzionari di Pechino e simpatizzanti del governo cinese) hanno manifestato ogni anno per ricordare il massacro di Tiananmen. Ma quest'anno, per Hong Kong, la manifestazione ha acquistato un significato ancora più profondo, viste le minacce alla democrazia e alla libertà da parte di Pechino, che il mese scorso ha annunciato che Hong Kong non potrà eleggere il prossimo governatore nel 2007 né il parlamento nel 2008. Secondo Szeto, "le minacce al principio 'un paese, due sistemi, al governo dei cittadini di Hong Kong e a un alto grado di autonomia [che  la Cina si era impegnata a garantire dopo il ritorno del territorio nel '97, ndr] sono senza precedenti".

Per il governo cinese, i fatti di Tiananmen sono definiti "la soppressione di un movimento controrivoluzionario". Centinaia, se non migliaia, di attivisti inermi – molti dei quali giovanissimi - sono rimasti uccisi. "La popolazione cinese non dimenticherà mai questo avvenimento. Dica lei se è giusto usare armi per reprimere gente indifesa", ha detto Thomas Ma, un disoccupato di 44 anni. Un uomo di Shanghai che partecipava alla manifestazione e ha detto di chiamarsi Chen ha affermato: "gli studenti erano innocenti. Non avrebbero dovuto ucciderli con carri armati e pistole". "Il regime non è ancora aperto abbastanza per affrontare la sua popolazione, ha detto Jackie Hung, attivista cattolica per i diritti umani.

Secondo gli organizzatori, i partecipanti alla marcia pacifica erano 5600, più del doppio rispetto ai 2000 dell'anno scorso, con 3000 già all'inizio della processione partita da Victoria Park. Subito dopo la fine della processione, durata 3 ore, agli Uffici del Governo centrale, un attivista veterano, Leung Kwok-hung si è scontrato con la polizia mentre con una dozzina di manifestanti tentava di portare al Ministero degli Esteri una bara di legno. Il gruppo si è sciolto dopo aver bruciato una lettera di richieste. (ThR)