Campagna per il cristiano O'Connor. Ma in prigione anche musulmani riformisti

Roma (AsiaNews/FH) – È iniziata una campagna per la liberazione di Brian Savio O'Connor, il cattolico indiano imprigionato sei mesi fa dalla Muttawa, la polizia religiosa saudita. O'Connor si trova ora in carcere a Riad, accusato di aver predicato Gesù Cristo, oltre che per uso di droga e vendita di liquori. I familiari di O'Connor sostengono che l'accusa di droga è stata inventata dalla Muttawa.

Un sito italiano, Stranocristiano, ha lanciato un appello via internet per chiedere alle autorità saudite la scarcerazione di O'Connor. Questa e-campagna si è ispirata alla lettera dell'attivista indiano John Dayal a re Fahad, rilanciata nei giorni scorsi da AsiaNews. "Ci uniamo anche noi alla richiesta di John Dayal – si afferma sul sito -  chiediamo anche noi libertà per Brian Savio O'Connor: il diritto alla libertà religiosa è universale! Non può chiamarsi civile una nazione che neghi tale diritto".

In Arabia Saudita non solo i cristiani sono perseguitati. Il Saudi Institute di Washington ha comunicato che il 15 marzo scorso sono stati incarcerati 11 cittadini sauditi, tutti musulmani, attivisti per i diritti umani. Tra loro Abdulla Al-Hamad, docente alla Imam Mohamed bin Al-Saud University, Mohammed Said Al-Taib, attivista civile e Najeeb Al-Khanizee, scrittore. Il 17 marzo è stato arrestato Abdul-Rahman Alahim, avvocato: il giorno prima su Al-Jazeera aveva chiesto al governo saudita la liberazione di tutti i prigionieri politici.

Alcuni attivisti sono stati rilasciati 3 giorni dopo l'arresto, ma 7 sono ancora in prigione. Secondo quanto reso noto dal Saudi Institute, i 15 erano stati arrestati per aver criticato la mancanza di indipendenza della Commissiona nazionale saudita sui diritti umani. Sono inoltre accusati di aver richiesto al governo riforme politiche, democrazia e il rispetto dei diritti umani attraverso manifestazioni pacifiche, svoltesi negli ultimi 2 anni.  Il ministro degli interni saudita ha dichiarato di essere disposto al rilascio degli attivisti solo se firmeranno un impegno a cessare la loro azione per le riforme politiche e il rispetto dei diritti umani in Arabia Saudita. (LF)