Politica del figlio unico: cambiano gli slogan, ma aumentano le multe
La Cina addolcisce gli slogan violenti a favore del figlio unico e ne adotta di nuovi che inneggiano alla società armoniosa, al benessere pubblico e all’ecologia. Ma intanto varie province inaspriscono le sanzioni per chi ha più di un figlio.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina cambia gli slogan pro figlio-unico, per farli apparire meno violenti e più collegati al bene pubblico. Intanto varie province mettono multe fino a 8 volte il reddito annuale di una famiglia per coloro che hanno più di un figlio.

Per anni nelle zone rurali, su cartelli e sulle case,  si sono lette scritte come: “Un altro bambino significa un’altra tomba”, “Alleva meno bambini e più maiali”, “Case distrutte e mucche confiscate,  se respingi la richiesta di aborto”.

Ora la Commissione per la popolazione della Nazione e la pianificazione familiare (Cpnpf) ha deciso di eliminare la pubblicità violenta e adottarne una più idonea “a far comprendere la politica di controllo alla popolazione del Paese”. Tra i 190 nuovi slogan approvati, in un misto di affermazione del benessere personale e sociale e di protezione dell’ambiente, leggiamo: “La madre terra è troppo stanca per sostenere più bambini”, “Se la Cina desidera una società armoniosa, deve prima risolvere il problema demografico”, “La popolazione deve essere amministrata in modo scientifico, l’armonia deve essere costruita da tutta la popolazione”, “I lavoratori migranti debbono prevenire l’Aids, non danneggiare la prossima generazione”, “Maschi e femmine sono il cuore dei genitori”.

La politica del "figlio unico" dal 1979 prescrive alle coppie di avere un solo figlio; solo le famiglie rurali e alcune minoranze possono avere un secondo figlio se il primo è femmina. Questa politica ha causato aborti selettivi dei feti femminili, per la preferenza a favore dei maschi, con uno squilibrio tra i due sessi; ha anche portato a un rapido invecchiamento  della popolazione. Molte autorità locali hanno praticato aborti e sterilizzazioni forzate, sequestri di case e di raccolti per pagare le pesanti sanzioni, causando proteste sociali anche violente. Il governo sostiene che la politica ha prevenuto almeno 300 milioni di nascite, ma i critici ritengono che il divieto non ha colpito i cittadini ricchi, anche perché per lungo tempo sono state previste sanzioni soltanto economiche: da un’indagine della stessa Cpnpf è emerso che la maggioranza delle persone ricche e celebri ha almeno 2 figli e il 10% ne ha 3.

Il cambiamento di toni non significa una riduzione del controllo demografico. Alla fine di luglio il parlamento dell’Hunan ha discusso sanzioni fino a 8 volte il reddito medio di una famiglia. Fra le vittime delle multe vi sono anche circa 2mila funzionari pubblici e persone famose denunciate nella provincia lo scorso mese. Iniziative simili sono state adottate di recente in Henan e Zhejiang, dove da anni attivisti per i diritti umani combattono contro l'infanticidio femminile.