Omicidio Politkovskaya, non convince la pista estera dei mandanti
I colleghi della giornalista uccisa l’anno scorso accolgono con favore gli arresti operati in relazione al caso, ma avvertono: “Al momento non ci sono prove per ricondurre le responsabilità all’estero; le dichiarazioni del procuratore generale, confezionate dal Cremlino”. Presto pubblici i risultati di un’inchiesta indipendente.
Mosca (AsiaNews) – In molti in Russia se lo aspettavano: a pochi giorni dal compleanno (30 agosto) e a quasi un anno dalla morte (7 ottobre 2006) di Anna Politkovskaya, il procuratore generale Yuri Chaika annuncia l’arresto di 10 persone in relazione all’omicidio della scomoda giornalista. La stessa che ignoti hanno tenuto lontana da Beslan con il veleno quando nella scuola n° 1 avveniva la strage, di cui il 1 settembre ricorre il terzo anniversario. Un contesto congeniale, dicono alcuni: nel momento in cui si solleverebbero più forti le richieste di chiarezza, Mosca risponde: il caso volge a soluzione e i responsabili sono fuori. Ma le accuse contro i sospettati ancora non sono formulate ed i colleghi della Politkovskaya avvertono che presto pubblicheranno i risultati della loro di indagine.
 
I 10 arresti conducono ad un gruppo guidato da un individuo di origine cecena – specializzato in omicidi su commissione – e che includeva funzionari in pensione e in servizio del ministero dell'Interno e dell'Fsb (Servizio di sicurezza federale). A provare la “fruttuosa collaborazione” tra criminalità e legge nell’ex Unione Sovietica, denunciata dalla stessa Politkovskaya nei suoi articoli.
 
I reporter della Novaya Gazeta, il quotidiano indipendente per cui la donna lavorava, accolgono con favore, ma senza trionfalismi i risultati dell’indagine ufficiale. Mentre collaborano con i magistrati, essi stanno conducendo in parallelo un’inchiesta indipendente che si trova a grandi linee concorde con gli arresti operati dalle autorità, ma non sulla pista estera dei mandanti, indicata da Chaika.
Questi sostiene che l'assassinio sia stato organizzato da un gruppo di oppositori del Cremlino con l’intento di screditare la Russia, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali del 2008. Il riferimento sottinteso è principalmente all’oligarca emigrato a Londra Boris Berezovski. Che ha già respinto ogni velata accusa. Secondo il direttore della Novaya Gazeta, Dmitri A. Muratov, la spiegazione del movente offerta da Chaika è un “incubo”, confezionato su ordine del Cremlino. “Non ci sono prove a riguardo – dice – Chaika si comporta non come il procuratore generale, ma come un politico a servizio del presidente”.
 
La giornalista aveva 48 anni quando è stata uccisa a colpi di arma da fuoco sul pianerottolo del suo appartamento di Mosca. Il suo omicidio è stato quello di più alto profilo nel mondo dei media russi negli ultimi tre anni. Putin ha condannato l’uccisione della Politkovskaya come un "crimine disgustoso", aggiungendo che la donna aveva "un'influenza minima sulla vita politica russa". In realtà la reporter di fama internazionale, è stata sempre molto critica verso Putin e molto attiva nell'esporre gli abusi da parte delle forze di sicurezza di Mosca in Cecenia.