Tra i sauditi comincia ad affiorare la voglia di libertà
Un principe chiede di poter fondare un partito politico, una petizione perché anche alle donne sia permesso di guidare, due ragazze che reagiscono alle vessazioni della polizia religiosa.
Riyadh (AsiaNews) – Un principe che vuole fondare un (proibito) partito politico, una petizione per chiedere di togliere alle donne il divieto di guidare, due ragazze che reagiscono con spray al pepe alle vessazioni della polizia religiosa. Segnali di fumo di voglia di libertà nella ultraconservatrice Arabia Saudita.
 
Proprio la “reazione alla politica di esclusione dal processo decisionale” vigente nel Paese è la motivazione addotta dal principe Talal bin Abdul Aziz, fratellastro di re Abdullah, per chiedere la creazione di un partito politico. La notizia, diffusa dal Middle east online e significativamente ignorata dalla stampa saudita, è che il settantenne principe, padre del miliardario Al-Walid, ha detto che la nascita di un partito – vietati in Arabia Saudita – fa parte della “visione futuristica” del Paese che dipende dal re e “consoliderebbe la strada che egli ha intrapreso a favore della partecipazione”.
 
E’ ancora a re Abdallah, sovrano assoluto, che è stata rivolta la petizione, firmata da più di mille persone, compresi alcuni uomini, che chiede di togliere il divieto alle donne di guidare l’automobile. “E’ giunto il momento – si legge nel documento, che nei giorni scorsi ha avuto larga eco – di concedere alle donne il loro diritto naturale di guidare una macchina, negato per motivi puramente sociali ed ingiustificati”.
 
La petizione sottolinea poi che l’Islam non comporta per le donne vincoli come il divieto di guidare ed evidenzia che le donne già guidano “nei villaggi e nelle lontane aree rurali” così come “all’interno di alcuni grandi quartieri residenziali, malgrado lì siano a disposizione mezzi pubblici di trasporto”.
 
Ha avuto larga eco nella stampa di tutta la regione, compresa l’Arabia Saudita, anche la reazione di due ragazze che ieri ad Alkhobar, nella zona orientale del Paese, hanno reagito a due agenti della polizia religiosa (la temutissima muttawa) che in tutto il regno controlla che le donne siano “correttamente coperte” e non truccate, che persone dei due sessi non si mischino, che i negozi chiudano durante gli orari della preghiera, cinque volte al giorno, e che gli uomini si rechino alle moschee.
 
Due agenti, riferisce Arab News, hanno accusato le ragazze di essere vistosamente truccate e volevano portarle alla locale sede della Commissione per la diffusione della virtù e la prevenzione del vizio, nome ufficiale della muttawa. Ma le ragazze hanno reagito, accusando gli agenti di “terrorismo”. Una delle due ha estratto uno spray irritante, di quelli che si usano per autodifesa, e l’ha usato contro gli agenti, mentre l’altra riprendeva con il telefonino l’intera scena. Alla fine le ragazze sono state fermate e “ammonite”.