Per il Congresso del Pc aumentano gli arresti dei dissidenti
Attivisti per i diritti e leader religiosi “scompaiono” o sono messi agli arresti domiciliari. Intanto le vie di Pechino si riempiono di poliziotti, che controllano soprattutto chi può voler presentare petizioni di protesta.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Attivisti per i diritti e leader religiosi “scompaiono” o sono messi agli arresti domiciliari: anche così si prepara il 17° Congresso del Partito comunista, che inizierà il 15 ottobre a Pechino.

Yao Yao denuncia che il padre, Yao Lifa, è scomparso dal 1° ottobre. L’uomo, dela zona rurale dell'Hubei, ha organizzato i residenti, soprattutto contadini scontenti, per ottenere una rappresentanza nelle elezioni locali. Nel 1999 è stato anche eletto come candidato indipendente in un’elezione a Qianjiang.

“Una fonte – dice Yao Yao, che ora studia a New York – mi ha detto che ora è detenuto, con probabilità fino a dopo il Congresso, ma non ho avuto notizie ufficiali”.

Agli arresti domiciliari è invece Hua Huiqi, leader di una chiesa domestica cristiana, che è uscito da poco di prigione. “Quando ci sono eventi importanti, il governo lo mette agli arresti domiciliari o sotto controllo”, spiega per telefono a Reuters la moglie Wei Junmei, che aggiunge che pure è sottoposta ad arresti “informali” con il marito.

Hu Jia, attivista che ha lottato per i diritti dei malati di Aids, è agli arresti domestici da maggio, ma dice che a settembre sono aumentate le guardie in uniforme intorno a casa.

Le strade di Pechino si sono intanto riempite di polizia in uniforme. Interrogano e spesso portano via soprattutto chi per aspetto e vestiti può essere un contadino, venuto nella Capitale per presentare al Congresso una petizione contro gli espropri di terra, la corruzione e gli abusi di funzionari.