Le migliaia di evitabili morti sul lavoro
Oltre 50 operai morti in un giorno per due incidenti dovuti all’incuria dei proprietari e al disinteresse delle autorità di controllo. Molte fabbriche sorgono in zone abitate, con rischio anche per la popolazione. Operai chiusi a chiave e fatti lavorare per 15 ore.

Pechino (AsiaNews) – Almeno 54 lavoratori morti in due incidenti in fabbrica nel fine settimana, 12 minatori morti per il crollo di un tunnel di trasporto su cui sorgevano le loro abitazioni. Il boom economico cinese continua a pretendere un alto costo di vite umane, spesso in impianti non in regola con le norme di sicurezza. Secondo le statistiche ufficiali, nei primi 6 mesi del 2007 ci sono stati 3.599 incidenti sul lavoro nel settore industriale e commerciale, con 3.946 morti. Ma si teme che il dato sia sottostimato.

Il 21 ottobre mattina è saltata in aria una fabbrica illegale di fuochi d’artificio, distruggendo l’intero edificio e tre case vicine e causando 16 morti e 15 feriti, in una remota zona rurale di Chongqing. La stessa sera sono morti almeno 37 lavoratori rimasti intrappolati nell’incendio della fabbrica illegale di scarpe Feida a Putian (Fujian). Altri 19 operai sono stati ricoverati in gravi condizioni. I lavoratori dormivano e mangiavano nei piani sopra la fabbrica.

Il 22 ottobre nella miniera di Yinying (Shanxi) il crollo di un tunnel ha trascinato giù 5 case soprastanti nell’area residenziale per i minatori, causando 12 morti.

Il China Labour Bullettin, prestigiosa pubblicazione per la tutela dei lavoratori, osserva che “in Cina per le fabbriche di piccola dimensione è molto comune operare nella zona abitata. Per esempio, nei suburbi di Shijiazhuang spesso le manifatture di abiti affittano edifici di due piani e usano il piano terra come laboratorio e quello sopra come dormitorio anche per decine di operai, soprattutto giovani donne rurali”. Spesso i “padroni”, per evitare ispezioni, chiudono gli operai a chiave nella fabbrica per l’intero giorno e li fanno lavorare fino a 15 ore. Anche quando ci sono controlli e multe, in genere nulla poi cambia.

L’agenzia statale Xinhua riferisce che a Chen Zongfei, proprietario della fabbrica Feida, era stato ordinato a maggio e a settembre di migliorare le misure di sicurezza per i dipendenti. Ma non lo ha fatto e la fabbrica non è stata chiusa.