Kirill: per risolvere i problemi basta abolire le diocesi cattoliche
di Daniil Dudochkin
Il capo del Dipartimento per i rapporti con le Chiese del Patriarcato di Mosca avanza l’idea di rimandare indietro la storia, facendo tornare la situazione della Chiesa cattolica in Russia a come era prima del 2002.
Mosca (AsiaNews) – Abolire le diocesi cattoliche esistenti in Russia, come primo passo per risolvere i problemi di rapporti della Santa Sede con il Patriarcato di Mosca. Non è l’idea balzana di un visionario, ma, con buona pace per qualsiasi riferimento alla libertà religiosa, un concetto esposto dal metropolita Kirill di Smolensk e Kalinigrad, capo del Dipartimento per i rapporti con le Chiese del Patriarcato di Mosca.
 
“Noi – ha detto a proposito delle diocesi cattoliche in Russia, nel corso di un incontro internazionale svoltosi sabato scorso a Mosca - non le riconosceremo mai e contesteremmo sempre la presenza di diocesi cattoliche normali nel territorio della Russia e consideriamo questo una sfida alla nostra comune idea, legata al principio territoriale delle amministrazioni ecclesiastiche”.
 
L’intervento di Kirill è stato svolto nel corso di un Forum internazionale dedicato alle “Chiese locali e territorio canonico: aspetti canonici, giuridici ed interreligiosi”. Ad ascoltarlo, tra gli altri, il nunzio a Mosca, mons. Antonio Mennini.
 
Lo sviluppo del dialogo tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa cattolica, ad avviso di Kirill, dipende dalla volontà del Vaticano di confermare il principio del territorio canonico della giurisdizione del vescovo e – di conseguenza – di modificare lo status delle diocesi cattoliche in Russia, sostituendole con amministrazioni apostoliche.
 
Riferendosi poi alla decisione presa nel 2002 da Giovanni Paolo II, che creò quattro diocesi in Russia, “noi – ha affermato Kirill – lo consideriamo un errore che ha danneggiato il dialogo ortodosso-cattolico e tolto la possibilità di realizzare le nostre comuni aspirazioni”. Kirill, anzi, vorrebbe rimandare indietro la storia: lo status delle diocesi “dovrà essere cambiato e riportato al precedente livello di amministrazione apostolica”.
 
Kirill ha anche tentato di rispondere alla logica domanda su come le sue pretese non trovino una contraddizione nell’esistenza di diocesi del Patriarcato di Mosca in Occidente, ossia in quello che egli stesso definisce territorio canonico della Chiesa cattolica. “Le diocesi del Patriarcato di Mosca nella diaspora non sono ordinarie. Sono state create per provvedere alla cura pastorale delle persone della diaspora e non hanno confini definiti. In certo senso sono diocesi inusuali, come abbiamo sempre sottolineato in occasioni di dialogo con i cattolici”. “Se nella Chiesa ortodossa ci fosse una nozione come quella di amministrazione apostolica, le diocesi in Europa sarebbero chiamate così”. “Il contrasto deriva dalla nostra totale incomprensione del perché un termine del tutto appropriato è stato sostituito con uno del tutto inappropriato”.
 
Non si conoscono, per ora, repliche del nunzio o dell’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, mons. Paolo Pezzi. I commenti della comunità cattolica sono completamente negativi: “le diocesi cattoliche sono in Russia dal Medioevo. L’arcidiocesi di Minsk-Mohilev c’è stata dal XVIII al XX secolo, perché ora non dovremmo avere strutture normali?”.