Ergastolo per 14 membri di Abu Sayyaf, uccisero un missionario
Nel 2001, i terroristi rapirono 20 turisti dall’isola di Palawan e li tennero in ostaggio per oltre un anno. Nel corso del sequestro, cinque ostaggi vennero uccisi: fra questi, il missionario protestante Martin Burnham.
Manila (AsiaNews/Agenzie) – Una Corte di giustizia filippina ha condannato questa mattina all’ergastolo 14 militanti del gruppo estremista musulmano Abu Sayyaf, colpevoli di aver rapito un gruppo di 20 turisti nel 2001 e di averne più tardi uccisi 5. Tra le vittime, anche un missionario protestante americano.
 
I terroristi prelevarono i turisti – filippini ed americani – da un resort dell’isola di Palawan (ovest del Paese), e li tennero in ostaggio nella giungla per più di un anno: tre di loro vennero decapitati, mentre altri due, fra cui il pastore protestante Martin Burnham, persero la vita nelle operazioni militari collegate al rilascio.
 
Durante le indagini successive al rilascio, sono state arrestate oltre 80 persone, 23 delle quali considerate responsabili. Quattro di questi sono morti in carcere, mentre un quinto è stato rilasciato. Il processo, iniziato nel 2003, ha attirato l’attenzione di tutta la nazione, data la presenza di leader terroristi ancora vivi sul banco degli imputati.
 
Subito dopo il rapimento, Washington e Manila siglarono un accordo tuttora valido che prevede la presenza di militari statunitensi sul suolo filippino, per missioni di addestramento e di intelligence.
 
Abu Sayyaf [“Portatori di spada” in lingua locale ndr] è considerato il braccio filippino di al-Qaeda. I suoi membri sono responsabili di alcuni fra i più violenti attentati avvenuti nel Paese, fra cui la bomba piazzata su un battello in servizio civile, che nel 2004 uccise più di 100 persone. Secondo alcuni membri dei servizi segreti filippini, i numerosi arresti ai danni dei vertici del gruppo lo stanno indebolendo sempre di più.