Hu Jia arrestato, Pechino “ignora le promesse fatte per ottenere i Giochi”
Il notissimo attivista cinese, che da anni lotta contro la diffusione dell’Aids, è stato preso il 27 dicembre scorso ed ora è in carcere con l’accusa di sovversione. Il Chinese Human Rights Defenders accusa la Cina per la sua ferocia nei confronti dei dissidenti, e chiede la revisione della legge che punisce la sovversione contro lo Stato, paravento dietro al quale si nascondono abusi e violenze.
Pechino (AsiaNews) – Il governo cinese “continua ad infrangere le promesse fatte al mondo per ottenere i Giochi Olimpici” ed in particolare “ignora i diritti umani della popolazione, usando la legge come strumento repressivo e la censura come metodo di salvaguardia della propria immagine”. Per questo, “tutta la dissidenza cinese chiede dei passi concreti, che dimostrino la buona volontà di Pechino: una revisione del famigerato articolo 105 del codice penale sarebbe un primo passo utile”.
 
E’ quanto afferma un comunicato stampa emesso questa mattina dal Chinese Human Rights Defenders (Chrd), gruppo che opera per la tutela dei diritti umani in Cina. Secondo  il testo, “l’arresto del noto attivista anti-Aids Hu Jia, avvenuto lo scorso 27 dicembre, dimostra che le accuse di sovversione contro lo Stato, punite dall’art. 105, non sono altro che un paravento dietro al quale il governo si nasconde per tacitare le voci critiche all’interno del Paese”.
 
Hu Jia è notissimo in tutta la Cina per il suo impegno contro la diffusione dell’Aids, che il governo cerca di ignorare. Inoltre, Hu si è sempre impegnato per informare la stampa sugli arresti di altri attivisti ed ha raccolto informazioni preziose sulla situazione dei detenuti politici. Anche la moglie, da tempo, viene seguita dalla polizia ovunque vada.
 
L’ultimo arresto di Hu, che ha vissuto gli ultimi due anni confinato in casa, è avvenuto in pieno pomeriggio: oltre 30 agenti armati hanno fatto irruzione nella sua casa alla periferia di Pechino e lo hanno trascinato via. La moglie, Zeng Jinyan, è stata formalmente posta agli arresti domiciliari, e viene ora guardata a vista da 10 poliziotti che la seguono persino quando passeggia con il figlio di due mesi e mezzo nel giardino di casa. Secondo il mandato di arresto, Hu è accusato “ai sensi dell’art. 105 di sovversione contro lo Stato”.
 
Proprio queste accuse, riprende il comunicato del Chrd, “dimostrano come la legge sia ormai divenuta uno strumento in mano alla polizia, che la usa per fare ciò che vuole. Se il governo crede nelle promesse fatte al mondo intero, dovrebbe quanto meno rivedere il testo di legge e specificare cosa significa ‘sovversione’. In questo modo, verrebbero evitati abusi di potere e violazioni ai diritti umani”.
 
Il riferimento è alle promesse fatte dal ministero degli Esteri di Pechino al Comitato olimpico internazionale in occasione  della candidatura cinese per le Olimpiadi 2008: la Cina si era impegnata a migliorare la situazione dei diritti umani nel Paese, a ridurre le emissioni inquinanti delle sue fabbriche ed a rivedere la situazione del Tibet. Ad oggi, questi obiettivi sono stati semplicemente ignorati.
 
La situazione, sottolinea il Chrd, “va peggiorando: al momento attuale, sono 41 i casi di arresti arbitrari di attivisti per i diritti umani giustificati con l’art. 105. Con l’avvicinarsi dei Giochi, è prevedibile che la morsa si stringa ancora di più: chiunque osa criticare il governo per la situazione attuale della Cina rischia la galera”.