Ho Chi Minh City, preghiera e protesta dei cattolici, la prima dal 1975
di J.B. An Dang
Nell’ex Saigon, migliaia di cattolici si sono riuniti ieri sera in una veglia di preghiera presso il convento dei Redentoristi per chiedere al governo di restituire alla Chiesa 60mila metri di terreno sequestrati per motivi commerciali. Il Superiore dell’ordine chiede a tutti i fedeli del Paese di essere solidali con i redentoristi, che hanno già manifestato ad Hanoi.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Migliaia di cattolici si sono riuniti ieri sera in una veglia di preghiera presso il convento dei Redentoristi per chiedere al governo di restituire alla Chiesa 60mila metri di terreno, appartenenti all’ordine religioso, ora occupati da edifici governativi. E’ stata la protesta anti-governativa più vasta, e probabilmente la prima, che si sia mai svolta nella città dalla presa di potere dei comunisti, avvenuta nel 1975.
 
Un sacerdote redentorista dice: “La protesta vuole dimostrare la nostra solidarietà ai nostri fratelli di Hanoi. Essa serve inoltre per chiedere al governo di non mandare i militari a difendere terreni requisit in modo ingiusto, ed infine per chiedere di mettere in pratica la giustizia”.
 
In un messaggio inviato lo scorso 7 gennaio a tutti i redentoristi del Paese, il Superiore provinciale p. Giuseppe Cao Dinh Tri denuncia: “Il governo locale ha confiscato in maniera illegale il terreno appartenente al nostro convento di Thai Ha, ad Hanoi, e sostiene un progetto che vuole edificare nella zona”. Il giorno prima, il governo aveva inviato sul posto delle guardie, per permettere alla Chien Thang Sewing Company di costruire sul terreno in questione.
 
I redentoristi di Hanoi, scrive ancora p. Cao, “hanno risposto radunando molti fedeli per pregare nel luogo in cui si vuole costruire, ed hanno chiesto al governo di rispettare la correttezza e mettere in pratica i principi di giustizia. Imploro tutti voi, l’intera provincia del Vietnam, affinché siate solidali con i nostri fratelli, pregando per il nostro apostolato comune”.
 
I sacerdoti hanno avuto diversi problemi nell’organizzare la protesta: il loro sito Internet, che conteneva le informazioni utili per partecipare, è stato attaccato da pirati informatici ed è ripartito soltanto lo scorso 10 gennaio.
 
I redentoristi sono arrivati in Vietnam nel 1925. Da allora, l’ordine ha veangelizzato molte province del nord: nel 1928, hanno comprato 6 ettari di terreno a Thai Ha per costruire un convento ed una chiesa. La messa di inaugurazione del monastero è stata celebrata il 7 maggio del 1929, mentre la chiesa è stata inaugurata nel 1935.
 
Nel 1941 vivevano a Thai Ha 17 sacerdoti, 12 fratelli, 26 seminaristi ed 11 novizi: il numero è aumentato sino al 1954, quando il Vietnam venne diviso in 2 parti distinte. Proprio in quell’anno, infatti, molti redentoristi furono costretti a fuggire nel Vietnam del Sud. Ad Hanoi rimasero i padri Joseph Vu Ngoc Bich, Denis Paquette e Thomas Côté, insieme ai fratelli Clement Pham Van Dat e Marcel Nguyen Tan Van.
 
Il governo comunista, ateo, li sottopose ad un trattamento molto duro che presto divenne persecuzione. Il 7 maggio del 1955 fr. Marcel Nguyen venne arrestato, e morì in carcere 4 anni dopo. Il p. Denis Paquette venne deportato nel 1958; un anno dopo toccò a p. Thomas Côté. Il 9 ottobre del 1962, la polizia arrestò fr. Clement Pham, che morì in carcere dopo 8 anni di prigionia.
 
Da allora, p. Joseph Vu ha retto da solo la chiesa, cui il governo ha confiscato un totale di 59mila metri quadrati. I funzionari comunisti vi hanno costruito sopra un ospedale ed hanno venduto il resto del terreno a compagnie statali o a membri del governo.
 
I sacerdoti, i religiosi ed i fedeli di Thai Han hanno chiesto più volta la restituzione dei terreni. A sostegno della loro richiesta, ricordano che non hanno mai firmato alcun accordo per cedere la terra al governo, neanche in condizioni di coercizione.
 
I cattolici ricordano la Costituzione, che salvaguardia la libertà religiosa ed i luoghi di culto, ed in particolare sottolineano la direttiva 379/TTG, che impone alle autorità di ridare ai proprietari i beni ed i terreni confiscati nel tempo, se questi non sono più necessari al governo per scopi prioritari. Inoltre, ricordano l’ordinanza PL-UBTVQH11 del 2004, che dice: “La proprietà legale dei siti di interesse religioso è protetta dalla legge: ogni violazione è proibita”.
 
Nonostante tutto questo, però, le autorità del distretto di Dong Da insistono nel voler rubare altra terra alla parrocchia. Tuttavia, la protesta del 6 gennaio li ha costretti a ritirare i soldati, che proteggevano con le armi le nuove costruzioni in corso.