La Chiesa cattolica festeggia 15 anni di vita tra i mongoli
Il prefetto apostolico: “Siamo felici per le grandi cose che Dio ha fatto”. Una Chiesa sempre più presente nel Paese, con attività concrete e con opere di evangelizzazione. Il cammino fatto e la sfida presente: incrementare le vocazioni locali.

Ulaan Baatar (AsiaNews/Ucan) – La Chiesa cattolica festeggia i 15 anni di presenza in Mongolia. Il vescovo Wenceslao Padilla, prefetto apostolico di Ulaan Baatar, commenta che “Siamo felici , perché Dio ha fatto grandi cose per noi” e traccia un bilancio di quanto è stato fatto e dei progetti futuri.

Nel 1992 il sacerdote filippino, missionario della Congregazione dell’Immacolato Cuore di Maria (Cicm), è arrivato con due confratelli e ha aperto una missione. Oggi sono presenti 64 missionari di 18 Paesi, appartenenti a 9 Congregazioni religiose, e un diocesano coreano, insieme con 6 missionari laici di 3 diversi Stati. I cattolici della Mongolia sono 415, con 70 battezzati nel 2007. Nel 2007 sono stati celebrati i 15 anni di relazioni diplomatiche regolari tra Mongolia e Santa Sede.

Mons. Padilla ha ricordato alcuni “insegnamenti” che ha appreso in questi anni. “Il primo insegnamento – ha detto – è che con la partenza dei missionari esteri, sono diventato più attento alle necessità del clero e dei religiosi locali”. “La gran parte dei nostri operatori pastorali  - ha spiegato – sono stranieri. Occorre incoraggiare la cura delle vocazioni nelle parrocchie tra i giovani battezzati”.

Inoltre l’attività dei missionari nelle opere sociali, educative e di carità, “dovrebbe essere bilanciata con un corrispondente coinvolgimento nelle attività spirituali”. “Speriamo che il piano pastorale che abbiamo predisposto per i prossimi 3 anni, ci aiuti a ottenere questo equilibrio tra le attività temporali e spirituali”. Questo piano – ha spiegato – prevede una struttura che aiuti i fedeli locali a conoscere la Bibbia, i sacramenti e gli atti di carità come primo nutrimento per la vita dell’uomo.

Nel gennaio 2007 alle 3 tradizionali parrocchie dei Ss. Pietro e Paolo, Santa Maria e Buon Pastore, è stata aggiunta la parrocchia di Maria Ausilio dei Cristiani, a Darhan, la seconda maggior città mongola, con 80mila abitanti, circa 200 chilometri a nord della capitale. Nel 2008 ai 5 centri missionari di Dair Ekh, Niseh, Shuwuu, Yaarmag e Zuun Mod, è stata aggiunto quella di Arvaiheer. Ci sono anche due cappelle, una nella missione del Cicm e l’altra nel distretto Bayanhushuu di Ulaan Baatar, che non sono considerate centri missionari perché non celebrano con regolarità la messa festiva.

Le parrocchie e i centri missionari sono frequentati da circa 500 bambini, che la domenica partecipano alla messa e al catechismo tenuto dalle Suore missionarie della carità e da catechisti mongoli. Altri 200 bambini e ragazzi frequentano il Villaggio dei bambini di Amgalan, il Centro Verbist [Teofilo Verbist, fondatore del Cicm] per la cura dei bambini di strada e un Centro per ragazze a rischio a Dairekh. I bambini che non possono pagarsi gli studi sono accolti dalle scuole S.Paolo a Ulaan Baatar e Zuun Mod. I più piccoli vanno agli asili Montessori a Bayanhoshuu e a Erdenet. La Scuola tecnica professionale Don Bosco insegna un mestiere a chi non va all’università, mentre gli studenti universitari e delle scuole superiori possono stare nei dormitori gestiti dalla Chiesa.

Ci sono anche il Centro arcobaleno a Sharhad per i bambini con speciali bisogni e il programma della parrocchia S. Maria per bambini con particolari problemi, che si occupano di circa 600 bambini.