Ministro della sanità di Tokyo: “avvelenati apposta” i ravioli cinesi
Il ministro giapponese non spiega la grave accusa. Intanto non emergono fatti certi dalle indagini. Esperti: la concentrazione della sostanza chimica velenosa è troppo alta per far pensare al residuo accidentale di un pesticida. E poi la ditta produttrice è nota e apprezzata.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Sarebbero stati “avvelenati deliberatamente” i ravioli cinesi contaminati con un pesticida al fosforo, che hanno fatto star male forse migliaia di persone. L’accusa è stata lanciata oggi dal ministro giapponese alla Sanità Yoichi Masuzoe, che non ha aggiunto spiegazioni.

Il pesticida è stato trovato sulla confezione e nella carne congelata dei ravioli prodotti dalla ditta cinese Tianyang della Hebei Foodstuffs import and export , importati dalla Japan Tobacco Foods Co. Intanto 3.742 persone hanno denunciato malori dopo averli mangiati, anche se finora soltanto per 10 è stato diagnosticato l’avvelenamento. Su ordine del ministero della Sanità, la ditta importatrice ha ritirato dal mercato decine di tonnellate del prodotto. La Tyanyang Food Co. è ditta molto nota in Giappone: i suoi prodotti (ma non i ravioli) negli ultimi tre mesi sono stati consumati in 606 scuole pubbliche. Diverse ditte importatrici hanno ora ritirato i prodotti forniti loro dalla ditta cinese.

Esperti osservano che in genere “il problema della sanità dei cibi cinesi riguarda tracce minime di pesticida sui vegetali freschi”. “Considerata l’alta quantità della sostanza chimica trovata su questo prodotto – osserva Hirokazu Tsubone, esperto per la sanità alimentare dell’università di Tokyo – si tratta di un caso particolare”. E c’è chi ritiene che la vicenda sia effetto di una guerra commerciale tra ditte del settore.

La Cina si è detta “molto preoccupata” per la vicenda e collabora nelle indagini. L’ispettore alimentare dell’Hebei ha esaminato campioni dei ravioli prodotti dalla Tianyang Food Co. senza trovare il pesticida.

Nobutaka Machinura, segretario capo di Gabinetto, ha detto che Tokyo e Pechino “collaborano per trovare la causa” dell’avvelenamento. Ha aggiunto di non voler fare “speculazioni” fino a quando  “i fatti saranno stati chiariti”. Una delegazione d’indagine nipponica è andata il 3 febbraio a Pechino per fare accertamenti sulla produzione del prodotto.