Il Nuovo anno lunare inizia al freddo, senza luce né acqua
Per milioni di cinesi le forniture elettriche e idriche non saranno ancora ripristinate per giorni. Arrivano infine i generatori diesel, ma solo per le grandi città. Esperti: gravissima l’inefficienza mostrata dallo Stato, privo di idee e delle attrezzature necessarie.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Nuovo anno lunare senza luce, riscaldamento e acqua per milioni di cinesi, in migliaia di villaggi colpiti dalle eccezionali nevicate di queste settimane. Gu Junyuan, ingegnere capo della Commissione statale per la regolamentazione dell’elettricità, ha detto oggi che le forniture di elettricità e acqua sono state ripristinate in 131 delle 170 contee che ne sono rimaste prive e che si spera di farlo per tutte le città, ma non per più dell’80% dei villaggi prima del Nuovo anno, che inizia domani a mezzanotte. Oggi Zheng Guoguang, capo dell’Amministrazione meteorologica cinese, ha ammesso quanto evidente: che il Paese “non aveva previsto i disastri, non aveva un programma per l’emergenza, non aveva le attrezzature necessarie nella regioni colpite”. Anche se si premura di aggiungere che “il nostro premier [Wen Jiabao] aveva di recente ordinato di predisporre programmi per le emergenze”.

Le festa del Nuovo anno per oltre 100 milioni di migranti è l’unica occasione per tornare a casa dalle famiglie. Ora treni e aerei hanno ripreso il servizio e a Guangzhou c’è una coda di appena 80mila viaggiatori, rispetto agli 800mila dei giorni scorsi, quando la migrante Li Hongxia è stata schiacciata a morte dalla folla che premeva per entrare in stazione. Oltre 15mila poliziotti e 1.500 soldati sorvegliano il deflusso delle code, magari anche per impedire proteste.

Ma milioni di cinesi sono senza energia e acqua da oltre una settimana. Per ricollegare le linee elettriche, con i cavi spezzati e i piloni crollati per neve e ghiaccio, 11 operai sono morti. “Ci vorrà molto tempo – conferma l’ingegnere Zhang Xuejiang al quotidiano South China Morning Post – per ripristinare l’energia per città più piccole e villaggi. Quando cade un pilone, occorre molto lavoro per metterne un altro, specie considerato il cattivo stato delle strade”.

Dopo giorni sono arrivati i generatori a gasolio, che, però, bastano appena per le maggiori città.  A Tanling, città di 750mila abitanti (Lianzhou), c’è di nuovo l’energia, grazie a un generatore posto presso il municipio. Ma più di 3.800 persone in remoti villaggi sul vicino Monte Dadong sono isolate dal 24 gennaio e gli abitanti hanno dovuto camminare per 10 ore per riuscire a prendere un po’ di cibo. Decine di soldati hanno scavato neve e ghiaccio, senza riuscire a riaprire molte strade.

Con le linee telefoniche interrotte o indebolite, è anche difficile avere notizie dei familiari in viaggio. Dopo oltre una settimana Kaili, città di mezzo milione di abitanti, ha di nuovo l’elettricità. Ma Zhang Dehua attende da giorni il figlio alla stazione. “Ho sperato che fosse su quel treno – spiega – ma non c’era. Ora aspetterò il prossimo treno, o magari quello successivo”.

Esperti osservano che, anche se questo è il peggior inverno da oltre un secolo, la conclamata efficienza del governo cinese ha mostrato tutti i limiti: per giorni sono mancate idee chiare su cosa fare e lo stesso esercito è stato mandato ad affrontare la situazione senza essere preparato. Ci sono voluti giorni per pulire le principali autostrade dal ghiaccio e soccorrere decine di migliaia di viaggiatori nelle auto bloccate, o per distribuire generatori diesel di elettricità almeno nelle città con milioni di abitanti prive di energia e acqua. Ha dell’incredibile che una linea ferroviaria come quella da Guangzhou a Pechino sia stata ferma per giorni per mancanza di energia elettrica e che milioni di persone siano state lasciate ammucchiate in stazione, abbandonate a loro stesse. Come pure appare preoccupante la relativa debolezza del sistema per la fornitura elettrica.

Analisti commentano che è paradossale che le autorità proclamino che la situazione sta tornando normale, mentre milioni di persone sono ancora isolate senza energia né rifornimenti di cibo.

Intanto ieri i 4,6 milioni di abitanti di Chenzhou sono stati senza elettricità né acqua, per l’11mo giorno, mentre Zhang Chunxian, capo del Partito comunista dell’Hunan, e Zhou Quang, governatore, hanno proclamato che la città ha ottenuto una “vittoria decisiva” contro il maltempo. In piena sintonia con loro è il premier Wen Jiabao, che oggi si è detto fiducioso che il Paese otterrà “la vittoria finale” contro il freddo inverno.

Intanto 12 delle 31 province ancora hanno energia razionata e nelle più colpite province di Hunan, Jiangxi e Guizhou c’è solo metà della normale capacità elettrica. “Le scorte di carbone [delle centrali elettriche] – ha detto oggi la Commissione per la riforma e lo sviluppo nazionale – sono ancora basse e alle miniere è stato detto di proseguire la produzione anche durante le feste del Nuovo anno”. Il 78% dell’energia del Paese deriva dal carbone.