Rinascono i “parlamenti” maoisti, rottura con il governo
di Kalpit Parajuli
I comunisti, membri della coalizione di governo, infrangono l’accordo di pace dello scorso novembre e ridanno vita ai parlamenti locali, non statali, che serviranno per “gestire” le elezioni all’Assemblea costituente.
Kathmandu (AsiaNews) – La compagine maoista nepalese, che compone al 50 % la coalizione di governo, riporta in vigore i Parlamenti popolari locali, organismi di governo clandestino che facevano parte della loro strategia di guerriglia. La mossa rompe l’accordo di pace siglato dai 7 maggiori partiti politici lo scorso novembre, che aveva posto fine agli scontri interni ed aveva rovesciato la monarchia.
 
La decisione di riaprire i Parlamenti – ora chiamati Consigli rivoluzionari uniti del popolo – è stata presa ieri sera dal Comitato centrale maoista. I coordinatori del progetto sono il ministro dell’Informazione e quello per lo Sviluppo locale. La scelta dei due nomi sembra un ulteriore affronto agli accordi siglati con gli altri Partiti.
 
I Parlamenti locali hanno funzionato per oltre 10 anni come una sorta di “governo parallelo”: non riconoscendo la monarchia, i maoisti installavano queste formazioni non statali nei luoghi da essi controllati, dove agivano come organi legislativi ed esecutivi.
 
Baburam Bhattarai, leader comunista, dice: “Abbiamo deciso di riattivare questi organismi per continuare quel rapporto ideologico con la popolazione di tutto il Paese che è proprio del nostro Partito”. I Consigli, spiega, lavoreranno a livello locale per “gestire” le elezioni all’Assemblea costituente, che si dovrebbero tenere il prossimo marzo.