Il presidente Chavez riceve prestiti dall’Asia e li restituisce in petrolio
Pechino ha erogato il concordato prestito di 4 miliardi di dollari. Mesi fa un gruppo di banche nipponiche ha prestato 3,5 miliardi in cambio di petrolio. Intanto il Paese manda via ditte Usa ed europee. L’italiana ENI ha accettato ieri l’indennizzo di 700 milioni per lasciare il suo impianto.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha annunciato ieri di avere ricevuto dalla Cina finanziamenti per 4 miliardi di dollari, in esecuzione di un accordo del 2007 che prevede la restituzione in petrolio. Chavez vuole ridurre i rapporti con gli Stati Uniti, tradizionale acquirente del greggio, e, mentre apre ai cinesi, prosegue nella nazionalizzazione a danno di altre ditte estere.

Con il prestito saranno realizzate opere pubbliche. Chavez ha parlato di un grande risultato, dicendo in tv che “è la prima volta che la Repubblica popolare cinese, da quando è sorta, stipula un accordo di questo tipo”.

In realtà la compagnia petrolifera statale PDVSA, che deve adempiere all’impegno, ha ora “debiti” per 20 miliardi di dollari, mentre erano di circa 3 miliardi nel 2006. Nel 2007 la compagnia ha concordato un finanziamento di 3,5 miliardi di dollari con un gruppo di banche giapponesi, da restituire sempre tramite petrolio.

Il Venezuela nel 2006 ha nazionalizzato i giacimenti petroliferi, con una legge che obbliga le ditte estere a cedere alla PDVSA almeno il 60% delle quote delle attività. Proprio ieri ha concordato un  indennizzo di circa 1,8 miliardi di dollari complessivi alla francese Total, alla norvegese Statoil e all’italiana Eni. L’Eni riceverà 700 milioni per l’impianto di Dacion. Mentre c’è polemica con la statunitense Exxon Mobil: le sono stati offerti 1,2 miliardi ma ne chiede 12. Si attende la decisione di un tribunale internazionale collegato alla Banca mondiale. Questo “spostamento” del petrolio dall’Occidente all’Asia è ritenuta una delle ragioni dei recenti aumenti. (PB)