Papa: Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore
Benedetto XVI commenta il dialogo fra Gesù e la Samaritana, il dono dell’acqua viva alla donna che coi suoi “cinque mariti” mostra “l’insoddisfazione esistenziale di chi non ha trovato ciò che cerca” e vive in modo “ripetitivo e rassegnato”. Appello per le popolazioni dell’Ecuador, colpite da inondazioni e da eruzioni vulcaniche. Appuntamento con gli universitari di Europa e America per la veglia mariana il 1° marzo.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore. Come un padre buono e misericordioso desidera per noi tutto il bene possibile e questo bene è Lui stesso”: così papa Benedetto XVI ha riassunto il mistero racchiuso nel dialogo fra Gesù e la Samaritana (Gv 4, 5- 42), il cui racconto – uno dei “più belli e profondi della Bibbia” – viene proclamato nella liturgia della terza domenica di Quaresima.

Il papa era di ritorno da una visita pastorale alla parrocchia romana di Santa Maria Liberatrice nel quartiere di Testaccio ed è stato accolto da decine di migliaia di persone in attesa in piazza san Pietro.

Il racconto dice che Gesù “stanco del viaggio”, chiede da bere a una samaritana, andata ad attingere acqua dal pozzo. La donna si stupisce perché “era … del tutto inconsueto che un giudeo rivolgesse la parola a una donna samaritana, per di più sconosciuta”. Gesù le parla poi di “un’ ‘acqua viva’ capace di estinguere la sete e diventare in lei ‘sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna’”.

“Tutto questo – spiega il pontefice – a partire dall’esperienza reale e sensibile della sete. Il tema della sete attraversa tutto il Vangelo di Giovanni: dall’incontro con la Samaritana, alla grande profezia durante la festa delle Capanne (Gv 7,37-38), fino alla Croce, quando Gesù, prima di morire, disse per adempiere la Scrittura: ‘Ho sete’ (Gv 19,28). La sete di Cristo è una porta di accesso al mistero di Dio, che si è fatto assetato per dissetarci, così come si è fatto povero per arricchirci (cfr 2 Cor 8,9). Sì, Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore. Come un padre buono e misericordioso desidera per noi tutto il bene possibile e questo bene è Lui stesso. La donna di Samaria invece rappresenta l’insoddisfazione esistenziale di chi non ha trovato ciò che cerca: ha avuto "cinque mariti" ed ora convive con un altro uomo; il suo andare e venire dal pozzo per prendere acqua esprime un vivere ripetitivo e rassegnato. Tutto però cambiò per lei quel giorno, grazie al colloquio con il Signore Gesù, che la sconvolse a tal punto da indurla a lasciare la brocca dell’acqua e a correre per dire alla gente del villaggio: ‘Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?’ (Gv 4,28-29)”.

Prima della recita della preghiera mariana, Benedetto XVI ha invitato i fedeli ad aprire “il cuore all’ascolto fiducioso della parola di Dio per incontrare, come la Samaritana, Gesù che ci rivela il suo amore e ci dice: il Messia, il tuo salvatore ‘sono io, che ti parlo’ (Gv 4,26). Ci ottenga questo dono Maria, prima e perfetta discepola del Verbo fatto carne”.

Popola preghiera, il papa ha lanciato un appello per la popolazione dell’Ecuador della costa, colpita da inondazioni, dopo essere stata segnata anche dall’eruzione del vulcano Tungurahua. “Mentre affido al Signore le vittime di tale calamità – ha detto il papa - esprimo la mia personale vicinanza a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione e invito tutti ad una fraterna solidarietà, affinché le popolazioni di quelle zone possano ritornare, quanto prima, alla normalità della vita quotidiana”.

Subito dopo Benedetto XVI ha invitato gli studenti universitari di Roma a partecipare alla veglia mariana che si terrà nell’aula Paolo VI il prossimo 1° marzo. Ad essa parteciperanno, in collegamento radio-televisivo, anche studenti di altri Paesi dell’Europa e delle Americhe. L’anno scorso, un appuntamento simile, è stato fatto in collegamento con alcune università d’Europa e dell’Asia. “Invocheremo  - ha concluso il pontefice - l’intercessione di Maria Sedes Sapientiae, affinché la speranza cristiana sostenga la costruzione della civiltà dell’amore in questi due Continenti e nel mondo intero. Cari amici universitari, vi attendo numerosi!”.