Nunzio: per i cristiani la trattativa con Israele riguarda questioni vitali
Mons. Antonio Franco sostiene che si stanno facendo progressi, riconosce che lo Stato ebraico sta mostrando molta comprensione, ma sottolinea la situazione nella quale si trovano le comunità cristiane di Terra Santa. Un viaggio del Papa nella regione ha bisogno di “maggiore serenità”.
Roma (AsiaNews) – “Si stanno facendo progressi” nei negoziati tra Santa Sede ed Israele riguardanti fisco e proprietà della Chiesa in Terra Santa e “lo Stato di Israele sta mostrando molta comprensione”, ma il Vaticano non firmerà un accordo che caricherebbe sulla realtà locale gravami che non è in grado di sostenere. E’ quanto sostiene il nunzio in Israele, mons. Antonio Franco, secondo il quale anche la “speranza” di una visita di Benedetto XVI è legata ad “un'atmosfera di maggiore serenità. Nella misura in cui si risolvono i problemi pratici, e possibilmente si avanza nel problema di fondo - che poi è alla base di tutti gli altri - che è la questione palestinese, si crea un clima e si gettano le basi per un viaggio del Papa”.
 
Intervistato da Terrasanta.net, il nunzio nega che i negoziati siano ad una “battuta d’arresto”, anche se su “due proposte sulla questione delle esenzioni fiscali avanzate da Israele non c'è stata un'accettazione immediata da parte della delegazione vaticana”. “La Santa Sede non chiede dei privilegi: stiamo chiedendo, a nome della Chiesa cattolica, che vengano recepiti quei diritti che i cristiani residenti in quella Terra così speciale hanno goduto fino ad oggi. E questo si chiede perché è una questione di vita o di morte. Se le comunità cattoliche di Terra Santa devono sottostare agli obblighi dei contributi fiscali pian piano scompariranno”.
 
“Un accordo – aggiunge poi - si deve trovare per forza, perché non siamo in una condizione di muro contro muro. L'importanza e il valore della presenza cristiana la sentono tutti, anche le autorità israeliane: dunque è necessario trovare l'armonia fra le diverse forze sul campo”. “Voglio dire – ribadisce - che c'è una collaborazione reale per trovare delle soluzioni che siano soddisfacenti per gli uni e per gli altri”.