Nuovo ministro dell’Unificazione di Seoul: senza diritti umani, basta aiuti al Nord
Kim Ha-joong ha spiegato che il governo di Seoul è pronto ad interrompere gli aiuti al Nord, se questo non rispetta la denuclearizzazione, la cooperazione economica e soprattutto i diritti umani.
Seoul (AsiaNews) – La priorità del nuovo governo sudcoreano “non è compiacere Pyongyang”, ma costringere il regime “a rispettare i diritti umani e soprattutto gli impegni presi per la denuclearizzazione della penisola”. Per fare questo, “il governo di Seoul è pronto a rivedere tutto quello che hanno fatto le precedenti amministrazioni”. Lo ha detto ieri il futuro ministro dell’Unificazione sudcoreano, Kim Ha-joong, durante la sua audizione in Parlamento.
 
Kim ha spiegato di ritenere “molto gravosi” gli impegni presi dai governi di Kim Dae-jong e Roh Moo-hyun: “Anche se la sunshine policy [la politica di distensione adottata dai governi progressisti sudcoreani, che prevede il dialogo ad ogni costo con il regime guidato da Kim Jong-il ndr] ha dato alcuni frutti, i costi sono stati eccessivi. Non è giusto inviare aiuti umanitari ed economici ad un Paese che non rispetta i diritti umani e gli impegni presi con la comunità internazionale”.
 
Nello specifico, ha aggiunto Kim, “Pyongyang deve dare segnali chiari sulla questione nucleare, sui nostri cittadini rapiti nel corso degli anni e sulla cooperazione economica fra le nostre nazioni. Siamo pronti ad interrompere l’invio di aiuti, se questi principi non vengono rispettati”.
 
Le dichiarazioni del futuro ministro rientrano in un quadro più generale del “nuovo corso” sudcoreano. Con l’elezione alla presidenza del conservatore Lee Myung-bak, infatti, è cambiato l’atteggiamento di Seoul nei confronti della parte nord della penisola. Lo stesso ministero dell’Unificazione ha rischiato di scomparire nella ristrutturazione del governo, improntato ad una nuova politica estera: stringere i legami con Giappone e Stati Uniti, limitando i contatti con Cina e Corea del Nord.