Karmapa Lama: forse a maggio negli Usa
di Nirmala Carvalho
Terza autorità religiosa dei buddisti tibetani, è stato per anni “controllato” dalla polizia cinese, in Tibet, e ha sperimentato il “genocidio culturale” in atto. Nel 2000, a 14 anni, è fuggito d’inverno tra i monti e ha trovato asilo in India.

Dharamsala (AsiaNews) – Il Karmapa Lama, leader spirituale del “Buddismo tibetano Kagyupa”, potrebbe essere negli Stati Uniti a maggio. I media indiani riportano che il governo centrale gli ha rilasciato il visto. Silenzio e imbarazzo invece da fonti ufficiali.

La “Kagyu” è una delle 4 principali scuole del buddismo tibetano e il Karmapa Lama è considerato la terza massima autorità religiosa tibetana. L’attuale Karmapa Lama è fuggito all’età di 14 anni nel 1999 dal monastero di Tsurphu (Tibet centrale), dove era controllato da guardie cinesi. Dopo un lungo viaggio tra i monti in pieno inverno, nel gennaio 2000 è giunto in India, che gli ha dato asilo. Da allora vive a Dharamsala, sede del Dalai Lama e del governo tibetano in esilio. Può viaggiare per lo Stato ma gli occorre un permesso ufficiale per ricevere visite.

Tsering Dhondup, segretario del Dipartimento dei tibetani in esilio per Religione e cultura, dice ad AsiaNews che “è soltanto una speculazione dei media. Da mesi abbiamo inviato una richiesta formale al governo indiano perché il Karmapa Lama possa andare negli Stati Uniti, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta”. “Negli Usa ci sono molti seguaci del buddismo tibetano Kagyupa che da molto tempo lo hanno invitato a tenere conferenze. Ma non c’è alcun fine politico, è una visita con scopi solo religiosi”.

Richiesto cosa pensi dell’accusa che la Cina operi un “genocidio culturale” in Tibet, risponde che “il Karmapa Lama è vissuto per molti anni sotto il dominio e la legge cinese e conferma che nel Tibet è in corso un genocidio culturale. Non c’è nessuna libertà religiosa e la stessa lingua tibetana rischia di estinguersi. Nel 95% delle occasioni pubbliche è necessario parlare cinese”.

Kalon Tempa Tsering del Dipartimento di Informazioni e relazioni internazionali dell’Amministrazione tibetana centrale, risponde con un significativo “no comment”: “In questo momento non confermo nulla e non ci sono commenti ufficiali sulla questione”.

La presenza negli Stati Uniti del giovane Lama, che in anni recenti è vissuto sotto il dominio cinese, attirerebbe certo ancora più l’attenzione sul Tibet. Ieri è giunto negli Usa il Dalai Lama, leader spirituale tibetano: ci resterà 13 giorni per incontri spirituali programmati da tempo. Sono anche previsti discorsi pubblici, come all’università del Michigan il 19-20 aprile e all’Università Colgate ad Hamilton (New York) il 22.