Il presidente sud-coreano in Giappone: l'alba di una nuova era
di Pino Cazzaniga
Si riaccendono le relazioni politiche, economiche e turistiche fra i due popoli, dopo anni di abbandono e una storia travagliata. La Corea parteciperà al G8 nell'Hokkaido. Seoul e Tokyo insieme per l'Africa.

Tokyo (AsiaNews) – È l’inizio di una nuova epoca nelle relazioni tra i due paesi: così molti analisti hanno definito la visita di stato che il nuovo presidente sud-coreano, Lee Myung-bak, ha compiuto in Giappone il 20 e 21 aprile.

Il fatto che essa sia avvenuta durante il ritorno di Lee dalla sua prima visita di stato negli Stati Uniti può farla apparire una sosta di cortesia con poco rilevanza politica. In realtà gli accordi politici stipulati durante l’incontro di Lee con il primo ministro giapponese Yasuo Fukuda, hanno avuto maggior peso politico di quelli ottenuti durante la visita di 4 giorni dal presidente George W. Bush.

Dall’esterno l’accoglienza offerta da Bush a Lee è stata gloriosa tanto da essere ospitato per due giorni nella villa presidenziale di Camp David, onore che non è stato offerto a nessun altro presidente della Corea del sud. Ma i risultati ottenuti, almeno in favore della Corea, sono stati così poveri che l’editorialista del quotidiano coreano The Korea Times l’ha definita “vuota ospitalità”  (Empty hospitality).

A Tokyo, Lee in poco più di 24 ore ha avuto un lungo colloquio politico con il primo ministro; un incontro con l’imperatore Akihito al palazzo imperiale; un dialogo con i giovani giapponesi alla televisione nazionale; un incontro con la comunità dei coreani residenti in Giappone.

Due mesi prima, il 25 febbraio, giorno dell’inizio del suo mandato, Lee in un colloquio con Fukuda, che ha voluto incontrare prima di ogni altro diplomatico, gli ha espresso la determinazione di visitare presto il Giappone. Da allora gli ufficiali dei due governi hanno lavorato febbrilmente perchè il summit risultasse l’inizio di una nuova epoca. La sintonia politica e diplomatica dei due leader sono alla base del successo.

Nella conferenza stampa congiunta Lee ha paragonato le nuove relazioni a “un albero dalle profonde radici che non si lascia facilmente scuotere da forti venti” (Lee compared the new ties to a "deep-rooted tree which is not easily shaken by strong winds")mentre Fukuda ha parlato di rafforzamento di cooperazione per la pace e la prosperità dell’Asia nord-orientale e del mondo (while Fukuda spoke of the strengthened cooperation for the peace and prosperity of Northeast Asia and the world).

Lee, pur dando la precedenza alla politica pragmatica, nelle relazioni con il Giappone non dimentica il passato negativo, ma allo stesso tempo non vi si lascia dominare. Parlando accanto a Fukuda ha detto “Non possiamo dimenticare la storia passata. Tuttavia non dobbiamo creare delle barriere verso il futuro lasciandoci consumare da quella storia” "We cannot forget past history. However, we must not create barriers to the future by becoming consumed by that history.".

Per iniziare ad approfondire le radici i due leader hanno concluso subito accordi concreti. Tre riguardano i rapporti tra le due nazioni. Il più importante è quello economico. La Corea del sud pur essendo al 14o posto nelle economie a livello mondiale e al quarto posto in quelle asiatiche, dal punto di vista economico non si trova in buone acque. Il deficit più alto nella bilancia dei pagamenti è con il Giappone: 30 miliardi di dollari. Gran parte della responsabilità è dell’amministrazione del suo predecessore che, per motivi politici, ha interrotto i colloqui economici bilaterali tra le due nazioni. L’accordo appena stipulato ne prevede l’immediata ripresa.

Il secondo accordo riguarda la ripresa della cosiddetta “diplomazia a navetta” (shuttle diplomacy,) cioè regolari e reciproci incontri al vertice a scadenza ravvicinata, anch’essi interrotti unilateralmente da Roh Moo-yung per puntellare la sua vacillante popolarità sfruttando l’animosità anti-nipponica di buona parte della popolazione.

Infine l’accordo di favorire il rilascio di visa a migliaia di giovani dell’una e dell’altra nazione in occasione delle feste nazionali. La conoscenza reciproca a livello di giovani generazioni è una diplomazia di grande efficacia

A livello internazionale le due nazioni si impegnano a lavorare assieme per risolvere problemi globali come il degrado ambientale e lo sviluppo delle nazioni povere, specialmente quelle dell’Africa. Lee è già stato invitato a partecipare come osservatore al G8, che si terrà quest’estate nell’isola dell’Hokkaido(Giappone), e che avrà come tema il degrado dell’ambiente naturale (global warming)

Durante la visita al palazzo imperiale il presidente sud-coreano, seguendo una tradizione iniziata nel 1990, ha invitato l’imperatore a visitare la Corea, Tuttavia questa volta l’incontro ha assunto un tono nuovo non solo per l’atmosfera cordiale ma molto più per il fatto che il presidente sud-coreano ha indicato anche il tempo della visita: “quest’anno”. Come sempre l’imperatore ha risposto che l’accettare era di competenza del governo. E in effetti nel passato non vi ha mai risposto.

Ma ora le condizioni sono favorevoli, per tre motivi. Primo: perchè, grazie alla personalità del primo ministro Fukuda le relazioni governative sono ottime. Secondo: perchè dal tempo della coppa del mondo 2002,  i coreani e i giapponesi che ogni anno visitano le rispettive nazioni sono diventati milioni. Da ultimo: perchè quest’anno ricorre il 60mo anniversario della fondazione della ROK (Repubblica della Corea). Partecipando alla celebrazione, l’imperatore riparerebbe le responsabilità del padre Hirohito.

Nel 1992 l’imperatore Akihito ha visitato la Cina in occasione del 20mo anniversario della normalizzazione dei rapporti diplomatici tra i due paesi. “L’ambiente sociale e politico della Corea nel 2008, scrive l’editorialista del The Korea Herald, è molto più favorevole di quello della Cina di 26 anni fa”. L’invito non dovrebbe essere lasciato cadere, pena una dilazione a lungo termine. Infatti il 2010 è l’anno centenario dell’accessione della penisola coreana al Giappone. E si prevede un riaccendersi delle animosità..

Nell’intenzione dei due leader il vertice del 21 aprile è stato il primo passo del cammino verso la maturità diplomatica. Purtroppo le emotività di alcune correnti nazionaliste, nell’uno e nell’altro paese, gettano un’ombra sulla luminosa visione.