Tra Pechino e Tokyo uno storico accordo per consultazioni regolari
Dopo l’incontro tra il presidente Hu e il premier Fukuda, annunciato l’impegno a incontri regolari di massimo livello. Non ci sono accordi per i problemi più controversi, ma la volontà di aumentare le occasioni di collaborazione e di dialogo. Hu contestato da qualche migliaio di dimostranti pro-Tibet.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Storico accordo tra Cina e Giappone, durante l’incontro odierno a Tokyo tra il presidente Hu Jintao e il premier Yasuo Fukuda: saranno istituite regolari consultazioni, compreso un summit annuale tra i leader nazionali. Nella dichiarazione congiunta le due nazioni si impegnano “a sviluppare i modi per scambi regolari, con la visita di un leader nell’altro Stato ogni anno”. Questo impegno vuole chiudere decenni di relazioni problematiche, specie per il ricordo dei conflitti bellici e la competizione per il gas del Mar cinese orientale.

I il presidente Hu Jintao ha commentato che i rapporti sono a un “nuovo punto di partenza”. Questa “dichiarazione d’intenti” è molto importante anche perché avviene nonostante ci siano ancora molti problemi irrisoluti. Da parte sua, il premier Yasuo Fukuda ha aggiunto esserci comune volontà e significativi progressi per risolvere “la questione sulle risorse nel Mar cinese orientale”, per il cui gas i due Paesi hanno già tenuto 11 round di consultazioni.

Ora gli analisti attendono di vedere come, al di là delle dichiarazioni di intenti, saranno affrontati questo e altri problemi, quali le spese militari della Cina (arrivate nel 2008 a 416 miliardi di yuan, +17,6% rispetto al 2007) e la sicurezza alimentare dei prodotti cinesi (dopo che a gennaio una partita di ravioli cinesi contenenti pesticidi ha intossicato parecchi giapponesi e suscitato un vasto allarme pubblico, con reciproche accuse circa la causa della contaminazione) . Ma, come osserva Huang Dahui, analista politico dell’università Renmin a Pechino, nessuno si aspetta che “questa visita risolva alcuno di questi problemi”, ma c’è la volontà di “impedire che i rapporti si raffreddino e incoraggiare la giusta atmosfera che potrà in seguito portare ad accordi”.

Tokyo desidera il sostegno cinese per ottenere un seggio permanente al Consiglio di sicurezza Onu, mentre Pechino vuole che il Giappone si pronunci contro l’indipendenza di Taiwan. I due leader hanno anche siglato accordi minori su surriscaldamento globale e in materia commerciale ed economica.

Fukuda ha pure sollecitato Hu a cercare una soluzione per la questione tibetana e ha “valutato come molto positiva” la ripresa di colloqui con rappresentanti del Dalai Lama. Ma Hu ha risposto che il Dalai Lama dovrebbe fermare “le azioni separatiste dalla Cina” e di “istigazione alla violenza”. Ha comunque confermato la volontà di “proseguire i contatti”, “nella speranza di risultati positivi”. La questione tibetana  ha comunque provocate alcune pacifiche dimostrazioni di migliaia di giapponesi e tibetani, contro la repressione. La polizia ha tenuto i dimostranti lontani da Hu e dall’ambasciata cinese. Ma oltre 300 dimostranti si sono radunati ieri sera fuori dell’Hibiya Park, dove Fukuda ha ospitato Hu per una cena informale, chiedendo il rilascio dei tibetani arrestati per le recenti proteste.

In precedenza Hu ha offerto al Giappone due panda giganti, augurio di buoni e duraturi rapporti. Sostituiranno il panda Ling Ling, regalato da Pechino nel 1992 e morto la settimana scorsa nello zoo Ueno di Tokyo, dove era un beniamino dei visitatori. (PB)