Domani si vota in un Kuwait alla ricerca di stabilità
Negli ultimi due anni il governo è stato sciolto due volte. A dividere gli elettori, motivi religiosi, sociali e tribali, ma soprattutto la fedeltà ai diversi rami dela famiglia regnante. In corsa 274 candidati, tra loro 27 donne, ma in passato nessuna è stata eletta.
Kuwait City (AsiaNews/Agenzie) – La ricerca di stabilità e il rinnovamento della classe politica sono i due elementi principali delle elezioni politiche che si svolgono domani in Kuwait. In palio i 50 seggi del primo Parlamento creato in uno Stato del Golfo, nel 1962. E’ un’assemblea che ha poteri legislativi e può estromettere un singolo ministro, ma non governa e non può sfiduciare l’esecutivo, cosa che rientra nei diritti dell’emiro. Che l’ha fatto due volte negli ultimi due anni, a causa dei contrasti tra governo e deputati.
 
Negli auspici, il voto dovrebbe dunque risolvere una crisi che sta producendo stanchezza e delusione nella popolazione del ricchissimo Stato del Golfo. I candidati sono 274, tra loro 27 donne – nessuna è stata eletta in passato - ed il voto si svolge con una nuova legge elettorale, che, proprio per favorire la stabilità, ha ridotto da 25 a cinque le circoscrizioni elettorali.
 
In realtà la prospettiva appare difficile, visto che, più delle differenze tra partiti – ufficialmente vietati - a pesare sono le divisioni tra gruppi tribali, tra sunniti (due terzi della popolazione) e sciiti, tra abitanti delle città e beduini e, soprattutto, tra i diversi rami della famiglia Al-Sabah, da 250 anni al potere nell’emirato e che affida ai suoi componenti il primo ministro e i ministeri-chiave di ogni governo. Proprio i contrasti interni alla famiglia – e quindi ai gruppi di parlamentari fedeli ai suoi diversi rami - sono anzi visti come la vera origine della crisi politica.