Kamikaze a Colombo, ora i buddisti temono attentati nel Vesak
di Melani Manel Perera
Dopo la motobomba di ieri, che ha fatto 10 morti, la comunità buddista ha paura di nuovi attacchi durante i festeggiamenti del Vesak. In molti pensano di rimanere a casa nei villaggi piuttosto che partecipare a cerimonie pubbliche nella capitale.

Colombo (AsiaNews) – I buddisti in Sri Lanka non festeggeranno come tutti gli anni il Vesak, partecipando a grandi cerimonie o riunendosi nelle città. L’attentato suicida di ieri a Colombo ha gettato nel panico la comunità, che si appresta a celebrare quella che è la principale ricorrenza buddista. Il Vesak ricorda la nascita, il risveglio e il trapasso del Buddha Gôtama. Vesak è il secondo mese del calendario lunare buddista ed ha inizio tra il 14 aprile e il 14 maggio. I festeggiamenti in Sri Lanka sono previsti tra il 19 e il 20 maggio.

Il kamikaze, che ieri ha fatto 10 morti e 95 feriti, è esploso contro un autobus della polizia parcheggiato nelle vicinanze del Segretariato presidenziale e del famoso hotel Hilton. Si tratta di un quartiere commerciale e altamente sorvegliato. Secondo fonti governative, la deflagrazione è avvenuta poche ore prima del giuramento del nuovo Consiglio delle province dell’est eletto lo scorso 10 maggio. Quel giorno alle urne ha vinto la coalizione al potere United People’s Freedom Alliance (UPFA) del presidente Rajapakse alleata con il Tamileela Makkal Viduthalai Pulikal (TMVP), partito formato da disertori dei ribelli tamil.

Proprio alle Tigri tamil (Ltte) è attribuita la responsabilità del kamikaze di ieri, anche se non vi è stata rivendicazione. La gente ora ha paura.“È troppo pericoloso andare a Colombo per festeggiare il Vesak – dice Kamal Pathirana, uomo d’affari a Piliyandala – la cosa migliore è stare a casa e celebrare la festa accendendo lampade e andando ai templi locali a pregare”. “Le Ltte - aggiunge Sugathapala Karunaratna, di Kelaniya - hanno maturato un odio sempre maggiore verso i buddisti del Paese e proveranno ad ucciderci sempre di più”. “Non riuscendo ad eliminare i nostri politici – conclude un altro buddista – prendono di mira i civili, obiettivi molto più facili da colpire”.

I tamil, a maggioranza indù, popolano le province nord ed est del Paese. La maggioranza etnica sull’isola è costituita dai singalesi buddisti. I ribelli rivendicano l’indipendenza dal governo centrale.