Nargis, trafficanti di esseri umani puntano i campi degli sfollati
L’allarme è lanciato dalla Lega nazionale per la democrazia che denuncia anche la distribuzione di riso avariato da parte del regime alle vittime del ciclone. Sulla scia di Pechino, a scoppio ritardato la giunta proclama tre giorni di lutto nazionale e dà l’ok all’ingresso di medici dai Paesi Asean.

Yangon (AsiaNews) – Bande di trafficanti di esseri umani si stanno dirigendo verso i campi dove si ammassano gli sfollati del ciclone Nargis in Myanmar per reclutarvi soldati bambini o rapire bambine da vendere. L’allarme è lanciato dagli attivisti della Lega nazionale per la democrazia, (Lnd), il partito d’“opposizione” alla giunta militare, che cita “fonti attendibili”. In un appello diffuso in questi giorni la Lnd ricorda inoltre l’emergenza umanitaria e sanitaria nelle zone del delta dell’Irrawaddy dove i pochi aiuti governativi non sono adeguati. Gli attivisti denunciano, corredando il documento con foto, che il riso distribuito tra i superstiti è avariato e in condizioni immangiabili (vedi foto) ma – dicono gli sfollati – “siamo costretti a cucinarlo, non abbiamo altro”.

Flebili e poco credibili spiragli di apertura sono arrivati oggi dalla giunta militare, ferma nel suo rifiuto di accettare gran parte del grande flusso di aiuti offerti dall’estero. A più di due settimane dal disastro, i generali hanno dato l’ok all’ingresso di squadre mediche e di esperti provenienti dai Paesi dell'Asean. Lo ha reso noto oggi George Yeo, ministro degli Esteri di Singapore, dove si è svolta una riunione dei capi delle diplomazia dei Paesi dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico.

L’Asean lavorerà coordinandosi con l’Onu, il cui segretario generale Ban Ki-moon, si recherà questa settimana nella ex Birmania. Obiettivo del viaggio, sbloccare la consegna e distribuzione degli aiuti umanitari destinati alle vittime del ciclone, che ha fatto almeno 134.000 tra morti e dispersi.

A scoppio ritardato arriva oggi anche l’annuncio della tv di Stato della proclamazione da domani di tre giorni di lutto nazionale e la visita sui luoghi del disastro del generalissimo Than Shwe. Non è chiaro se sia andato nel Delta, la regione più devastata, ma sembra sia stato visto nei pressi dei campi profughi di Yangon. Il lutto, invece, segue quello proclamato dalla vicina ed alleata Cina per le vittime del terremoto nel Sichuan.