Per il compleanno di Buddha, i maoisti confessano i loro crimini
di Kalpit Parajuli
A Kapilvastu, città natale della divinità, si sono riuniti tutti i partiti politici del Nepal – compresi maoisti e marxisti-leninisti - per confessare i loro peccati ed impegnarsi per la pace. Accuse al leader rosso Prachanda, che guida ancora un gruppo di violenti.
Kapilvastu (AsiaNews) – I maggiori leader politici del Nepal, compresi i maoisti ed i marxisti-leninisti, si sono riuniti nella città natale di Buddha per festeggiarne il 2552esimo compleanno. Per l’occasione, hanno confessato in pubblico i propri crimini e si sono impegnati a garantire al Paese un futuro di pace.
 
Il presidente del Partito maoista, che ha vinto le ultime elezioni all’Assemblea costituente, ha detto: “Mi pento dei crimini e degli errori commessi durante la guerriglia degli ultimi anni. Da oggi rinuncio ad ogni forma di violenza e di intimidazione politica”. Puspa Kamal Dahal – conosciuto come Prachanda, “il terribile” – ha aggiunto: “Spero che Buddha aiuti il nostro percorso di pace”.
 
Sempre a Kapilvastu, che ospita un’enorme statua della divinità e quello che è ritenuto il suo primo luogo di meditazione, il segretario generale del Partito comunista (che unisce marxisti e leninisti), ha però rilanciato le accuse contro i rivali: “Sono preoccupato dal modo in cui Prachanda guida i maoisti sulla strada della violenza, e li invito e cessare immediatamente queste attività”.
 
Prima di entrare a far parte del governo, i maoisti hanno guidato una sanguinosa guerriglia, che in 12 anni ha fatto più di 40mila vittime. Nonostante l'accordo con i democratici stilato lo scorso anno, teso a far cadere il re Gyanendra, la formazione guidata da Prachanda non ha ancora abbandonato del tutto le armi.
 
La confessione si è tenuta ieri, mentre oggi (compleanno ufficiale di Buddha) Kapilvastu ospita i leader religiosi buddisti nepalesi ed internazionali. Davanti a migliaia di monaci, è stato letto il messaggio del primo ministro del Paese, Girija Prasad Koirala: “Soltanto seguendo il messaggio di pace della religione buddista possiamo sperare di instaurare un governo di pace”.