Si dialoga e si ammassano truppe per il tempio di Preah Vihar
Centinaia di soldati delle due parti continuano ad arrivare presso il tempio conteso, anche se le due parti parlano di misure solo difensive. La tensione è alta e la polizia tailandese ferma un gruppo diretto al tempio per protestare. Una “cordiale” telefonata tra i due premier.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Cambogia e Thailandia ammassano sempre maggiori truppe presso il conteso tempio di Preah Vihar, nonostante i colloqui concordati il 21 luglio per cercare una soluzione. La situazione è tesa e oggi la polizia e la popolazione thailandese hanno fermato militanti della nazionalista Alleanza del popolo per la democrazia, a pochi chilometri dal tempio che volevano raggiungere per protestare contro la Cambogia.

Oggi, terzo giorno di presenza dei militari nella zona a confine tra i 2 Stati, si stimano esserci almeno 400 soldati tailandesi e 800 cambogiani. A parole, le 2 parti cercano di alleviare la tensione. Khieu Kanharith, ministro cambogiano dell’Informazione, ritiene “preferibile dire che c’è una sorta di malinteso” e spiega che i rispettivi premier hanno avuto una “cordiale” conversazione telefonica e il 21 luglio i rispettivi ministri della Difesa “si incontreranno per risolvere la situazione”.

Anche il generale Anupong Paojinda, capo dell’esercito tailandese, osserva che occorrono “negoziazioni tra i 2 Paesi” per “risolvere” il problema dei confini. Entrambe le parti escludono “l’uso della forza, se non attaccati”, come dice Khieu Kanharith.

Il 15 luglio la polizia cambogiana ha arrestato 3 dimostranti tailandesi. Per risposta, Bangkok ha inviato i suoi soldati nella zona. La Cambogia accusa lo sconfinamento dei soldati tailandesi, mentre Bangkok lo nega e dice che ha mandato le truppe solo a proteggere il proprio territorio. I militari tailandesi si sono posizionati in piccoli gruppi con armi automatiche e mitragliatrici, mentre i cambogiani pattugliano la zona avanti e indietro.

La settimana scorsa l’Unesco ha dichiarato il tempio Patrimonio dell’Umanità, cosa che ha rinfocolato la disputa. Nel 1962 la Corte di giustizia internazionale lo ha dichiarato appartenere alla Cambogia, ma la disputa sulla proprietà dei 4,6 chilometri quadrati dove sorge non si è mai placata. Vecchio di 900 anni, il tempio appartiene alla cultura cambogiana e nello stile mostra influssi indù, come il più famoso complesso Angkor nella Cambogia nordoccidentale.