Turisti cinesi a Taiwan apprezzano i dibattiti politici in tivù
In partenza il secondo gruppo di turisti cinesi per Taiwan. Viaggiano tutti con guide organizzate, amano spendere e adorano i dibattiti politici in tv, sconosciuti in Cina. Continuano a crescere i rapporti tra le due parti, tra speranze e diffidenze reciproche.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – E' di 2mila persone la seconda ondata di turisti cinesi a Taiwan, dopo l'apertura di voli diretti nel week-end fra Pechino e Taipei, iniziata lo scorso 4 luglio con i primi e storici "voli inaugurali".

Alle guide turistiche dell'isola è stato raccomandato di non parlare di politica o altri argomenti “sensibili”. In realtà il primo gruppo di turisti sembra aver preferito in modo particolare le discussioni politiche trasmesse in televisione, tanto da preferire rimanere in albergo piuttosto che uscire la sera. Dalle 6 pomeridiane a mezzanotte, sulla tv taiwanese si succedono vari dibattiti su argomenti politici e d’attualità, anche con toni accesi e critici, diversi da quelli pacati della tv di Stato cinese che riporta solo la verità “ufficiale”.

Forse anche per questo Pechino per ora limita i visti di espatrio, rispetto a una domanda che le autorità di Taiwan definiscono “molto forte”.

Taiwan ha promesso di ammettere fino a 3mila cinesi al giorno, mentre prima i permessi d’ingresso erano dati solo per ragioni di lavoro o per visite familiari. Taipei spera che il nuovo, massiccio flusso di turisti aiuti l’economia locale colpita dall’inflazione. Secondo la stampa locale, la settimana scorsa il primo gruppo di circa 700 turisti ha speso per souvenir e acquisti circa 1,3 milioni di dollari Usa, poco meno di 1.900 dollari a persona.

Nonostante i difficili rapporti politici degli ultimi decenni, la Cina è da sempre il principale mercato d’esportazione per Taiwan e le ditte dell’Isola hanno investimenti in Cina per oltre 150 miliardi di dollari. Taiwan rimane il primo investitore sul suolo cinese. Dal 1° agosto Taipei consentirà alle ditte di investire in Cina fino al 60% del capitale netto, rispetto al 40% attuale.