Aumentano i bombardamenti, spostata “Nostra Signora di Madhu”
di Melani Manel Perera
Gli scontri e i bombardamenti nella zona costringono a spostare la statua della Madonna nella casa vescovile. L'inasprirsi del conflitto costringe decine di migliaia di profughi a vivere sotto gli alberi e nella jungla.

Colombo (AsiaNews) – La statua di Nostra Signora di Madhu è stata portata ieri dalla chiesa di Thevanpiddi alla cappella privata della casa vescovile. Mons. Rayappu Joseph, vescovo di Mannar, lo ha motivato per “ragioni di sicurezza” dovute all’inasprirsi del conflitto nelle zone di Thavanpiddi e di Vellankulam, dove anche ai sacerdoti è stato consigliato di andare via.

Mons. Rayappu ha lanciato “un appello a tutti i fedeli di pregare per la pace del nostro caro Paese e per potere un giorno tutti riunirci, come un’unica famiglia, ai piedi della nostra amata Madre, Nostra Signora di Madhu”, dopo averla riportata nel santuario da cui è stata tolta perché era diventato zona di pesanti scontri armati.

Il sito web del ministro della Difesa spiega che la statua è stata portata via su un’ambulanza, accompagnata da don Peter Arulnadan, da padre Sathyapillai Emaliyanuspillai e da suor Idha Thomas, dopo insistenti richieste dei fedeli, preoccupati per l’incolumità della statua che è oggetto di grande devozione da parte dei cingalesi di ogni religione ed etnia. Il santuario è meta ogni anno di migliaia di pellegrini, specie ad agosto nei 10 giorni di festa. Ma dal 1999 i ribelli controllano la zona del santuario e le visite sono molto diminuite. Lo Stato ha ora riparato il santuario dai danni subiti per gli scontro a fuoco.

Mons. Rayappu ha osservato che “nella zona di Madhu e Manthal occidentale gli scontri armati sono aumentati negli scorsi mesi e migliaia di famiglie del distretto di Mannar hanno dovuto spostarsi più volte e fuggire nella zona di Vellankullam -  Thevanapiddy. Le oltre 21mila persone qui riparatesi, ora sono di nuovo minacciate dai bombardamenti e cercano altri rifugi. Molti ora vivono sotto gli alberi per strada e trovano riparo nella jungla. Le loro condizioni sono davvero critiche e soffrono oltre ogni descrizione”.