Ucciso giornalista cattolico

Manila (AsiaNews) – Per la quarta volta in 3 settimane un giornalista ha pagato con il sangue il proprio lavoro. Un colpo di pistola alla testa ha ucciso Fernando Consignado, dell'emittente cattolica Radio Veritas. L'uomo è stato trovato morto ieri nella sua casa di Nagcarlan, a circa 150 km da Manila. La polizia sta investigando sul caso e cercando i moventi.

Consignado è l'ultimo di 48 giornalisti uccisi dal 1986, anno che ha segnato il ritorno della democrazia nel Paese, dopo la dittatura di Marcos. Secondo l'Unione nazionale dei giornalisti (NUJP), le Filippine sono il Paese più pericoloso al mondo per chi lavora nell'informazione, arrivando a superare la Colombia.

Teatro della maggior parte degli attentati sono le zone rurali, dove i politici e figure di spicco della società viaggiano con guardie del corpo armate: le critiche della stampa diventano spesso una questione personale.

"La situazione è allarmante" ha dichiarato Caloy Conde della NUJP. Per cercare di contenere il fenomeno, il Governo ha offerto alla stampa più protezione e ha accordato il permesso di munirsi di armi private. L'esercito, intanto, ha organizzato un corso di 10 giorni al termine del quale 30 militari potranno esercitare la professione giornalistica. "Lavoreranno come i media tradizionali", informa Gamal Hayudini, capo del servizio relazioni civili delle forze armate a Mindanao ovest.

Dura la reazione degli organi di stampa: la NUJP ha definito il provvedimento un "tentativo del governo di controllare la gestione dell'informazione nel Paese". "Permettere a soldati di spacciarsi per giornalisti - ha aggiunto la NUJP - è l'ultimo segno di una democrazia limitata. Questo fatto potrebbe indurre il pubblico ad accettare come notizia ciò che invece è sfacciata propaganda politica". (SE)