Il Kuwait espelle mille lavoratori e annuncia misure contro lo sfruttamento
Ad essere cacciati coloro che hanno manifestato contro le sopraffazioni che sono costretti a subire, di fronte al ricatto della perdita del permesso di soggiorno come conseguenza della mancanza di un contratto di lavoro.
Kuwait City (AsiaNews) – Il Kuwait ha espulso un migliaio di lavoratori del Bangladesh, ritenuti responsabili di violente manifestazioni di protesta, ma al tempo stesso ha annunciato una legge contro i “mercanti di visti” e lo sfruttamento dei lavoratori stranieri, fatti all’origine della discesa in piazza dei lavoratori.
 
La settimana scorsa, centinaia di dipendenti di imprese kuwaitiane hanno dato vita ad una serie di manifestazioni per chiedere migliori condizioni di lavoro e eque retribuzioni. Tra i motivi della protesta, anche forme di violenza sessuale delle quali sono vittime le donne che compiono lavori domestici. Un fenomeno, insieme a quello del lavoro forzato, che a giugno era stato denunciato in un rapporto del Dipartimento di Stato americano relativo alla condizione dei lavoratori in Kuwait, Arabia Saudita, Oman e Qatar.
 
Nei Paesi del Golfo sono presenti circa 200mila lavoratori del Bangladesh, per lo più impiegati in compiti di pulizia o come guardiani.
 
Nell’annunciare l’espusione dei “violenti”, il ministro kuwaitiano per gli affari sociali ed il lavoro, Bader al-Duwaila, ha sottolineato una serie di iniziative prese dopo un incontro con il Comitato parlamentare per i diritti umani. Il ministro ha detto, rferisce l’agenzia statale KUNA, che il suo Paese “non è disposto a tollerare violenze”, ma anche che “taglierà le mani” ai “mercanti di visti”. Per poter entrare nel Paese, infatti, è necessario un contratto di lavoro. Chi perde il posto, e non ne ha un altro, perde anche il permesso di soggiorno. Di qui, il “mercato” di chi procura veri, o fittizi, impieghi e poi può costringere il dipendente a durissime condizioni di lavoro e di vita, o a paghe molto basse. Pena, in pratica, l’espulsione.
 
Duwaila, nell’annunciare una riunione del Comitato per settembre, ha aggiunto che il governo ha discusso la proposta di elevare la paga minima di coloro che svolgono compiti di guardiano a 70 dinari (circa 265 dollari) e dei pulitori a 40 dinari (151 dollari) dagli attuali 30 (114 dollari).
 
Per intanto, all’aeroporto, ci saranno funzionari per garanire ai “non più di mille” lavoratori del Bangladesh espulsi almeno il pagamento dello stipendio maturato.