Sicurezza e petrolio nella visita di re Abdullah, primo capo di Stato arabo a Baghdad
Il primo ministro iracheno al-Maliki parla di “una nuova pagina nei rapporti tra i due Paesi”, il re di Giordania del dovere degli arabi di dare sostegno all’Iraq nel suo sforzo di garantire sicurezza e ricostruzione.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – ll re di Giordania Abdullah II è da ieri a Baghdad per quella che è la prima visita di un capo di Stato arabo dall’invasione americana del 2003. In programma già il mese scorso, ma rinviato per motivi di sicurezza, il viaggio di re Abdullah, nelle parole del primo ministro iracheno Nuri al-Maliki, “aprirà una nuova pagina nei rapporti tra i due Paesi e contribuirà a mantenere la stabilità e la sicurezza in Iraq e nell’intera regione”. “Tutti i Paesi arabi dovrebbero dare sostegno all’Iraq”, ha detto da parte sua il re di Giordania, rinnovando il suo “appoggio al governo iracheno nei suoi sforzi per garantire sicurezza, stabilità e ricostruzione”.
 
L’incontro di Abdullah col vicepresidente Adel Abdel Mahdi è servito a sottolineare la volontà di rilancire i rapporti bilaterali, in campo diplomatico, economico e sociale. Sotto il primo aspetto Amman ha reso noto di aver nominato un ambasciatore a Baghdad, al posto dell’incaricato d’affari che dal 2003 reggeva la delegazione giordana.
 
Sotto il profilo economico, si è annunciata la volontà di promuovere l’interscambio anche tra privati e si è parlato della ripresa delle forniture di petrolio iracheno.
 
Anche se, finora, le fonti politiche delle due parti non ne fanno cenno, le due delegazioni avranno anche esaminato la questione dei profughi iracheni: Amman ospita tra 450 e 750mila persone rifugiatesi in Giordania per sfuggire alla violenza.
 
Da registrare, infine, che nel suo resoconto della visita, il saudita Arab News ricorda che nel 2004 re Abdullah aveva messo in guardia contro il movimento sciita che mira ad estendersi, oltre all’Iran, in Iraq, Siria e Libano.