I Redentoristi di Hanoi tornano a chiedere la restituzione dei loro terreni
di J.B. An Dan
Una lettera aperta del superiore contesta le accuse mosse dai media statali, afferma di avere “tutte le prove” della proprietà e sfida le autorità a provare che il terreno contestato è stato donato al governo, come esse sostengono.
Hanoi (AsiaNews) – I Redentoristi di Hanoi non hanno mai donato al governo il terreno del loro monastero e della parrocchia di Thai Ha, hanno tutti i documenti che provano la loro proprietà, che rivogliono indietro, secondo la legge, e sfidano le autorità ad esibire una documentazione contraria. E’ quanto si legge in una lettera aperta dei Redentoristi del Vietnam al primo ministro.
 
Nel documento, che porta la data del 19 agosto, padre Matthew Vu Khoi Phung, superiore dei Redentoristi in Vietnam ribadisce che le autorità si sono illegalmente appropriate dei terreni in questione e contesta anche le accuse che i media governativi stanno lanciando, chiedendo una immediata indagine su ciò che, in particolar modo tra il 17 ed il 19 agosto, hanno affermato la televisione di Hanoi Voce del Vietnam, il giornale della polizia Capital Security, il New Hanoi, il Metropolitan Economics ed altri, tutti riconducibili al governo.
 
I media statali sostengono che i Redentoristi di Hanoi non hanno modo di affermare la propretà della zona in contestazione, che padre Joseph Vu Ngoc Bich ha donato al governo il 24 novembre 1961. Accusano i cattolici che protestano di “attività illegali” e di sfruttare la libertà di religione per fomentare proteste contro il governo.
 
“Noi – scrive padre Mattew Vu – abbiamo tutti i documenti necessari e le testimonianze per provare che la poprietà apparteneva completamente al monastero dei Redentoristi di Hanoi ed alla parrocchia di Thai Ha, finché fu illegalmente presa da organizzazioni governative”. Egli aggiunge che avevani la proprietà già alla nascita del governo comunista e che padre Joseph Vu Ngoc Bich non l’ha mai donato e sfida il governo a mostrare un qualsiasi documento che riferisce della donazione. “Il governo – dice – non è mai stato in grado di provare che il terreno è stato legalmente confiscato”.
 
La contestazione riguarda un terreno acquistato dai Redentoristi nel 1928. Alla presa di potere dei comunisti, nel 1954, la maggior parte dei religiosi fu improgionata o deportata. Fu lasciato solo padre Joseph Vu, come responsabile dei 15 acri del terreno e della parrocchia. In seguito, malgrado le proteste, un po’ alla volta le autorità si sono impossessate della proprietà, ora ridotta a circa mezzo acro. “Padre Joseph Vu  - afferma in proposito il superiore dei Redentoristi – ha ripetutamente dichiarato e scritto di non aver mai donato alcuna parte della zona”. Il superiore fa anche riferimento al canone 1292, in base al quale l’autorità competente per le disposizioni sui beni è il vescovo diocesano. “Padre Joseph Vu era solo un sacerdote locale, non era proprietario e non aveva l’autorità per prendere una decisione di quel genere”.
 
La lettera termina con l’impegno a battersi affinché la giustizia prevalga e chiede al governo di rispettare le sue leggi ed ai media statali di essere onesti verso coloro che li seguono.