La Cina medaglia d’oro per violazione dei diritti umani
Il lungo elenco (molto incompleto) delle violazioni dei diritti, durante le Olimpiadi e per consentirne lo svolgimento “armonioso”. In carcere chi protesta o parla coi cronisti esteri, magari ai lavori forzati senza processo, né condanna. Denunciati casi di tortura.

Pechino (AsiaNews/Chrd ) - In prigione dall’11 ottobre e ai lavori forzati senza processo né condanna, l’attivista per i diritti Liu Jie dal 15 agosto subisce la tortura chiamata "la panca della tigre". Il gruppo per la tutela dei diritti Chinese Human Rigths Defenders (Chrd) racconta le “normali” violazioni dei diritti nella Cina olimpica.

Liu ha protestato contro l’abusiva evizione della piccola industria casearia familiare e l’8 ottobre 2007, durante il 17° Congresso del Partito comunista, da Beian (Heilongjiang) è andata a Pechino per presentare ai leader una petizione contro l’esproprio di terreni, con 12.150 firme. Arrestata dalla polizia, non è stata processata perché il procuratore ha ritenuto mancare prova di reati. Così il 12 novembre è stata “condannata” per “istigazione al disordine e disturbo dell’ordine sociale” a 18 mesi di rieducazione-tramite-lavoro, veri lavori forzati, considerati una misura amministrativa e irrogati senza processo.

Liu, sofferente di cuore, malata di colecisti e con gravi problemi agli occhi, ha dovuto lavorare anche 14 ore al giorno. Il 15 agosto, per difendersi, ha dato una spinta a una guardia che la percuoteva. Da allora – denuncia Chrd - è sottoposta a questa tortura, consistente nel sedere sopra una trave con le mani legate dietro la schiena, le cosce legate alla trave e i piedi posti sopra mattoni e sollevati, così da creare forte tensione e dolore alle ginocchia.

Nel mese olimpico la Cina non ha interrotto le violazioni dei diritti, semmai ha aumentato controlli e misure detentive, per evitare qualsiasi protesta. L’elenco che segue è per necessità solo indicativo.

Interviste con la stampa estera

Il 6 agosto sono stati arrestati Zhang Wei e Ma Xiulan per “disturbo all’ordine pubblico”, perché il 4 agosto hanno raccontato a giornalisti esteri di avere presentato una petizione contro la demolizione coatta delle loro case nel distretto Qianmen di Pechino.

Per analoga accusa dal 29 luglio è in carcere Wang Guilan, di Enshi (Hubei): ha parlato al telefono con un cronista straniero.

Proteste pubbliche

Finora sono state presentate 77 richieste per fare dimostrazioni nelle 3 zone dove sono consentite, come indicato il 23 luglio dal Comitato organizzatore delle Olimpiadi, ma non sono state autorizzate. La polizia spiega che 74 sono state “ritirate”, 2 sono “sospese” per problemi procedurali e una sola è stata vietata. Fonti locali riferiscono che alcuni richiedenti (di cui sono indicati i nomi) sono stati messi agli arresti domiciliari o sotto sorveglianza, mentre altri sono stati soltanto rimandati alla città di provenienza. Wu Dianyuan di 79 anni e Wang Xiuying di 77 (nella foto) sono state condannate a un anno di rieducazione-tramite-lavoro per le ripetute richieste di fare una manifestazione: espropriate con la forza della loro casa di Pechino nel 2001, da allora chiedono giustizia e forse volevano raccontare in pubblico la loro storia. Per ora sono agli arresti domiciliari, “ma – dice un parente – possono essere portate via in ogni momento”.

Arresti di attivisti

Tra i tanti: il 31 luglio è stato arrestato Wang Rongqing del China Democracy Party, per “istigazione alla sovversione contro lo Stato”; il 2 agosto con la stessa accusa è finito in carcere Xie Changfa Wu Jianghe, pure del Cdp. Dal 6 agosto sono detenuti in luogo ignoto il pastore Zhang Mingxuan, capo della Federazione cinese delle Chieste domestiche, e la moglie Xie Fenglan. Già dal 16 maggio è in carcere Ren Shanyan, attivista per i diritti che si occupava dell’accusa di nepotismo mossa da un disabile contro Wang Yijun, vicecapo dell’Ufficio anticorruzione del distretto Lingdong, a Shuangyashan (Heilongjiang).

Huang Qi, direttore del Centro per i diritti umani di Tianwang, è detenuto dal 10 giugno e non ha ancora potuto vedere il proprio avvocato.

Invece Ding Zilin, Jiang Peikun e Qi Zhiyong, membri eminenti del gruppo Madri di Tiananmen, sono state soltanto “invitate” a lasciare Pechino durante i Giochi: ora sono tutte altrove.

E’ andata meglio ad altri attivisti, solo agli arresti domiciliari. Per limitarci alla sola Pechino: lo scrittore Liu Xiaobo, lo scienziato Jiang Qisheng, Zhang Zhuhua, Yu Jie membro della Chiesa domestica, Liu Junning, Zhou Li che lotta contro gli espropri coatti di case per costruire le opere olimpiche, il cristiano Xu Yonghai, gli avvocati Li Fangping e Jiang Tianyong e Li Heping.

E’ invece “scomparsa” poco prima dei Giochi Zeng Jinyan, da 2 anni sotto sorveglianza o agli arresti domiciliari, moglie del noto Hu Jia in prigione dal 27 dicembre.

Ma sono agli arresti o sotto sorveglianza altri attivisti nell’intero Paese, come l’avvocato Zheng Enchong di Shanghai, Yao Lifa nell’Hubei e Chen Xi del Guizhou.

Petizioni

Prima dei Giochi, in Pechino e altre grandi città è stata ordinata “tolleranza zero” contro chi vuole presentare petizioni alle autorità per chiedere giustizia, come diritto per ogni cittadino. Hu Shuzhen, attivista contro gli espropri di terre, il 5 agosto è stata rimpatriata con la forza nel villaggio Yonghuo (presso Zhongwei nel Ningxia) dove è sotto sorveglianza. Il 4 agosto Li Maofang, che lotta contro le demolizione coatta del villaggio di Chaoyanger (a Changsha nell’Hunan) è stata riportata indietro e imprigionata.

Agli arresti domiciliari anche Chen Xiujuan del villaggio Laodong (città di Anda nell’Heilongjiang) che voleva protestare per una questione terriera: aveva da poco scontato 3 anni di rieducazione-tramite-lavoro a Qiqihar, dove è diventata disabile per le percosse e la mancanza di assistenza medica.

Internet

Il giornale online News Week (yizhou xinwen), specializzato nella difesa dei diritti umani, dice che in queste settimane esso ha subito attacchi via internet che hanno paralizzato tutti i suoi compiuti e reso illeggibile il sito. Anche se sono stati resi visibili vari siti in genere bloccati, come quello della Bbc, molti altri sono rimasti oscurati, quali lo stesso Chrd, Dajiyuan, 64tianwang, AsiaNews. Inoltre è aumentata la censura anche sui blog e sono oscurati molti più messaggi perché ritenuti avere contenuto “delicato”.